La lettera di Cavallini con cui accetta lo scambio proposto da padre Martini (Clicca sull'immagine per visualizzarla a tutto schermo)
Per accrescere la propria collezione, Padre Martini poteva contare non solo sull’onorario di maestro di cappella e sulla riconoscenza degli allievi ai quali insegnava a titolo gratuito, ma anzitutto sulla notorietà e sulle proprie pubblicazioni, spesso merce di scambio presso altri eruditi e collezionisti, librai e stampatori. È questa una delle storie che racconta la vetrina di Sala 2, portandosi sulla destra della sala appena entrati. La lettera esposta al centro è di Domenico Maria Cavallini che, per conto del maestro di cappella di Spalato, accetta con entusiasmo lo scambio (tutt’altro che equo) proposto da Martini: le recentissime Litanie martiniane appena stampate (nel 1734) in cambio di alcune rare e preziosissime Messe fra le prime edizioni a stampa della storia (stampate cioè da Petrucci a inizio Cinquecento), come quelle di Heinrich Isaac, compositore attivo presso la corte dei Medici a Firenze. D'altra parte Martini sapeva che all'epoca si preferiva eseguire musica sempre nuova, rispetto a partiture più antiche abbandonate in archivio, e sapeva sfruttare questa cosa a vantaggio della propria collezione.
Leggendo altre lettere si scopre tra l'altro che padre Martini non scambiava solo libri e partiture per altri cimeli musicali... ma persino tabacco padovano, calzini e mortadelle! Per completare il quadro della sua figura, torna in sala 2!