Uno dei compiti di Mozart esposti in sala 3 (Clicca sull'immagine per visualizzarla a tutto schermo)
In sala 3, accanto a Johann Christian Bach, è esposto il ritratto di un altro allievo d’eccezione: il quattordicenne Wolfgang Amadé Mozart. Ha ormai del leggendario la vicenda del suo esame d’ammissione, sostenuto il 9 ottobre 1770, per diventare Accademico Filarmonico di Bologna: i compiti d’esame sono inaspettatamente tre, di cui due sono esposti nella vetrina di questa sala.
Uno ha la calligrafia di Mozart ma contiene parecchi errori (secondo le rigorose e antiche regole compositive su cui era basato l’esame), l’altro ha invece delle correzioni apportate da padre Martini in persona. Questo secondo compito corretto è in effetti identico al terzo: quello firmato e consegnato ufficialmente da Mozart alla commissione, oggi esposto presso l’Accademia Filarmonica di Bologna. La leggenda vuole che padre Martini, consapevole del talento del ragazzo ma al contempo della sua difficoltà a comporre “in stile osservato”, sia entrato di nascosto durante la pesante clausura di composizione per aiutare l’allievo… ma è improbabile che una figura del calibro di padre Martini abbia commesso un’infrazione del genere all’insaputa della commissione. Ecco perché gli studiosi stanno ancora cercando di venire a capo del mistero: l’analisi ancora in corso della carta, dell’inchiostro e delle calligrafie fa pensare, ad esempio, che più probabilmente i due abbiano in qualche modo preparato assieme la prova nel corso di un’approfondita ultima lezione-esame.
Una versione dei fatti completa e ufficiale è ancora impossibile da ricostruire, ma in ogni caso il giovane Mozart ha certamente ottenuto un aiuto da parte di padre Martini che, nell’attestato finale esposto in vetrina, sembra spiegare fra le righe le motivazioni del suo possibile intervento durante l'esame: «avendo avuto sotto gli occhi alcune composizioni musicali» dell’allievo, e avendolo «più volte ascoltato suonare il cembalo, il violino e cantare […] con mia singolar ammirazione l’ho ritrovato versatissimo in ognuna delle accennate qualità di musica». E Mozart si rivolgerà sempre al Francescano come «la persona che maggiormente venero e stimo».
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