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A inizio ‘500 la stampa musicale a Venezia è bloccata dal monopolio di Petrucci. Lo stampatore Andrea Antico da Montona decide allora di andare a Roma per aprire una stamperia portando la tecnica della xilografia (una lastra di legno che imprime l’inchiostro sulla carta) ai massimi livelli.

In particolare in sala 5 è esposto il suo Liber quindecim missarum. È un libro corale – ovvero un unico grande libro da mettere sul leggio da cui leggevano tutti i cantores – che raccoglie quindici messe di diversi autori importanti, ed è il primo libro di musica sacra stampato a Roma. Potete ammirare lo stile grafico, la vividezza dell’impressione e in particolare la sinuosità dei meravigliosi capilettera.

È lo stesso Antico che, quando tornerà a Venezia una volta terminata l’esclusiva che il Consiglio della Repubblica di Venezia aveva concesso a Petrucci, inventerà un formato “portatile” più piccolo e dalla tecnica ibrida. Potete vederne alcuni esemplari in vetrina: per via delle dimensioni Antico adotta la stampa a caratteri mobili per la musica, ma mantiene per i capilettera del testo la sua tecnica xilografica oramai collaudata da tempo.

Il metodo della xilografia è certamente più economico di quello a caratteri mobili, ma le tavole di legno a contatto con l’inchiostro sono soggette a pesante usura. Ci vorrà Jacques Moderne, a Lione, per ideare un sistema di stampa musicale veramente rivoluzionario, pratico ed economico.

La sua idea è di mantenere i caratteri mobili abbandonando però la tripla impressione: il suo metodo prevede, infatti, che ogni carattere di piombo contenga sia la nota musicale sia il pezzetto di pentagramma su cui è appoggiata. In questo modo i costi sono decisamente abbattuti, anche se la resa è esteticamente meno affascinante: il pentagramma risulta infatti “spezzettato” in vari frammenti. Per questo nelle edizioni più lussuose anche Moderne ricorre ai capilettera in xilografia, come Antico.

Ma le vere edizioni di lusso si stampano con la calcografia, ed è possibile riconoscerle perché la lastra di rame rettangolare con cui viene fatta l’impressione lascia traccia sul foglio di carta. In vetrina potete trovare un meraviglioso esemplare del Diletto Spirituale pubblicato a Roma da Simone Verovio nel 1586. Un libro simile, in cui i brani vengono presentati in triplice versione (per il canto, per il liuto e per tastiera, ognuno con la propria peculiare notazione) sarebbe stato impossibile da stampare in altro modo. I costi della creazione delle lastre di rame sono dunque elevatissimi… ma d’altra parte questa edizione era dedicata ad Antonio Boccapaduli, maestro della cappella pontificia di Sisto V.

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