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È difficile attribuire una data di nascita a quel genere musicale che tradizionalmente chiamiamo "Opera". Soprattutto bisogna mettersi d'accordo su cosa s’intenda: la prima Opera è quella che per prima assomigliò anche solo vagamente a quel genere che per noi oggi è l'opera lirica, anche se fu data in forma privata? Oppure s’intende il primo spettacolo dato in un teatro con scenografie, trame, cantanti in costume e pubblico pagante?
Convenzionalmente parlando, la prima Opera viene considerata la messa in scena, nel 1600, dell’Euridice: tragedia scritta dal poeta Ottavio Rinuccini ed intonata sulla musica di Iacopo Peri. Ovviamente, come tutte le grandi "invenzioni" della storia, anche questa non nasce nel nulla e dal nulla. Il contesto è quello della riscoperta delle tragedie greche, degli studi dell'umanista Pietro Bembo e delle innovazioni musicali che già stavano portando all'idea che un cantante a voce sola potesse esprimere le proprie emozioni, i propri pensieri.
Nella musica del Peri è la prima volta che tutti i dialoghi vengono "cantillati", dall’inizio alla fine. I cantanti, dunque, interpretano dei personaggi, il testo è comprensibile e la musica sottolinea gli affetti, i sentimenti. L’occasione per cui è stata pensata è più che importante: si tratta del matrimonio, avvenuto il 5 ottobre 1600 nel Duomo di Firenze, fra Maria de’ Medici e Enrico IV re di Francia.
La Camerata de’ Bardi – un gruppo di nobili che si incontravano per discutere insieme di arti e scienze – decide di organizzare un evento per l’occasione a palazzo Pitti, il giorno dopo. E così, dopo anni passati a disquisire circa le tragedie greche e circa le possibilità della musica di sottolineare le parole, nasce l’idea di far “recitar cantando” i personaggi della tragedia scritta appositamente da Rinuccini. Inizialmente sono due i compositori che immaginano una musica per quelle parole, il Peri ed il Caccini, ma la versione del Peri avrà la meglio: il libretto originale e le prime edizioni di entrambe le partiture sono qui esposte in vetrina.
Da questo primo evento fiorentino (in realtà due anni prima sempre Peri e Rinuccini avevano messo in scena una Dafne, andata però perduta), passando successivamente per i teatri pubblici di Venezia, di Roma e poi di Napoli, il genere dell’opera fiorirà e diverrà nel ‘700 il genere musicale italiano per eccellenza: la sua storia è raccontata in sala 6.