La tiorba in forma di khitára (sala 5)

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Questo meraviglioso strumento, costruito attorno al 1600, è ancora un mistero per gli studiosi. Da un lato la sua bellezza e la mancanza di una reale cassa armonica farebbero pensare ad uno strumento puramente scenico-teatrale pensato per le rappresentazioni: se in un’opera compare un personaggio che deve far finta di suonare, ad esempio, avrà bisogno di avere in mano uno strumento grande che si veda bene dal pubblico. La tiorba in questione, tra l’altro, ha il manico che ricorda un liuto e la base che invece richiama una lira, evocando dunque mitici cantori come Apollo e Orfeo, personaggi frequenti delle rappresentazioni – musicali e non – dell’epoca. Alcuni studiosi hanno addirittura messo in relazione questa tiorba con gli strumenti dai tratti fantasiosi che figurano nei dipinti di Lorenzo Costa, Filippino Lippi e Piero di Cosimo.

Tuttavia la minuziosità dei dettagli, la presenza di due piccoli fori di risonanza, la precisione con cui le caviglie sono realmente fissate al manico, potrebbero far pensare a tutto il contrario: perché soffermarsi tanto su aspetti così realistici, impossibili da osservare dal pubblico lontano?

Una risposta definitiva non è ancora stata trovata… ma d’altra parte già con il grande Serpentone al centro della vetrina abbiamo recentemente scoperto che uno strumento che si era sempre pensato “scenico” era, invece, reale.

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