La sala di Didone ed Enea
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La sala espositiva di padre Martini è stata collocata in quella che era la "Sala di Enea", l’eroe troiano celebrato dai pittori del classicismo bolognese in un genere assai diffuso nei saloni d’onore del ‘500, il fregio dipinto, di cui Nicolò dell’Abate è stato sicuramente il principale interprete. Gli affreschi alla Rocca dei Boiardo a Scandiano (ora alla Galleria di Modena) e in Palazzo Leoni a Bologna testimoniano quella particolare predilezione per un soggetto che avrebbe ispirato di lì a poco anche i Carracci a Palazzo Fava e a Palazzo Francia.
La borghesia colta di fine Settecento assimila i contenuti e i modelli della cultura classica in linea con i dettami di un’epoca fortemente laica e profana, in cui non è più il clero a commissionare le opere d’arte ma i nuovi protagonisti politici come Antonio Aldini, con scelte iconografiche che diventano metafora di virtù e allusioni alle attività svolte nelle singole stanze.
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