La sala dello Zodiaco
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Il recupero di elementi dell’antichità classica che caratterizza questa sala, detta "Sala dello Zodiaco", rappresenta un ulteriore raro esempio dell’attività giovanile di Pelagio Palagi: la raffigurazione di Aurora e i dodici segni zodiacali nel tondo della volta simmetricamente corrispondente al tondo della sala precedente.
Come nella mitologia greca, la dea è rappresentata su un cocchio a due cavalli mentre passa sopra le nubi notturne ad annunciare l’alba: un tema che evoca il potere di rinnovamento fin dai tempi antichissimi, quando figurava sulle ceramiche attiche del V secolo a.c. e che nel Seicento torna alla ribalta grazie a Guido Reni e al Guercino per celebrare, sulle volte dei palazzi barocchi, una nuova era di gloria delle famiglie committenti.
Pelagio Pelagi, intimo conoscitore del classicismo bolognese e del mondo antico, realizza il soggetto in modo del tutto personale, senza scorci né chiaroscuri, affidandosi invece ad uno stile sbalzato che, in linea con la sua passione per la numismatica, lo rende simile ad una medaglia antica. Le parti decorative della stanza spettano all’ornatista Domenico Corsini, la cui formazione artistica si lega alle pratiche di tradizione scenografica introdotte nel Settecento dalla famiglia Bibiena, e rimaste per lui fondamentali anche durante l’intensa attività di scenografo che svolgerà in Russia per i Teatri imperiali.
Dal punto di vista iconografico qui nessun elemento richiama la guerra: i grandi canestri di fiori delle soluzioni angolari prendono il posto dei trofei d’armi della sala precedente.
Oltre al repertorio neoclassico ricorrente, fatto di festoni, corone d’alloro, spighe di grano e tralci d’uva a simbolo d’abbondanza, tripodi accesi, fiaccole e globi terrestri, ci sono richiami ad un tema molto caro al committente: l’amore per le arti, in questo caso la musica. Ecco allora la presenza di cigni, tradizionalmente legati alla musica e al dio Apollo, e di strumenti musicali sotto forma di lira e di aulos intrecciati insieme (forse l’unione simbolica tra musica dionisiaca e musica apollinea) oltre ai flauti di pan decorati nei finti medaglioni delle sovrapporte.
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