Collocazione: B.62

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Museo internazionale e biblioteca della musica

 Microfilm n.: 5408

Doni Antonfrancesco, Fiorentino
Canto. Dialogo della musica di M. Antonfrancesco Doni Fiorentino. In Venezia appresso Girolamo Scotto. 1544 in 4°. Questo {rarissimo libro} ha 47 carte numerate da una sola parte, con una in fine non numerata che comprende la tavola dei Madrigali nel retto, e a tergo l'Ancora dello Scotto, sotto la quale è impresso: Con Privilegio per anni X.

Non riportiamo la dedicatoria del Doni al reverendissimo Monsignor Catelano Trivullio Vescovo di Piacenza, perocchè nulla vi si legge che meriti menzione. E' dessa sottoscritta Alli xxix. di Marzo MDXLIIII. Di Vinegia. Finge il Doni che una brigata s'intrattenga in una casa dove danzavasi e che per cambiare il sollazevole passatempo si riduca in altre stanze a farvi musica e gioconda conversazione. Contiene il libro Mandrigali ed altri componimenti di Adriano Willaert, Archadelt, Anton Francesco Doni, Claudio Veggio, Cipriano Rore, Giacchetto Berchem, Girolamo Parabosco, Jaches Buus, Lionardo Barre, Michele Nouarese (forse il Varotto) Noleth, Perison, Paolo Iacopo Palazzo, P.re Maria Riccio, Thomaso Bargonio, Vincenzo Ruffo, Verdeloth. Alcuni de' suddetti musicisti dimoravano in Venezia come Girolamo Parabosco, Perissone, Claudio Veggio ecc. Trascriviamo qui appresso alcuni squarci del dialogo dove è fatta menzione di diversi musici: e prima noteremo che il Doni suonava di viola ciò raccogliendosi dal seguente passo: « HOSTE. ui uò dire un'altra facetia saluatica. M. Giovaniacopo Buzzino sonando di violone il soprano, come egli fa miracolosamente, un che pareva dà qualcosa gli dice nel bel mezzo del sonare; ò signore menate le dita più adagio, che fa brutto vedere menare tanto le dita sopra il manico et egli sopportando la insolentia sua cominciò a sonare senza diminuire; perchè il goffo sentendo mancare l'armonia, vergognandosi à dirgli che menasse pur le dita; ò più tosto non sapendo che si fusse suono; disse presontuosamente; sonate un poco tutti, dà ballare. BARGO. Chi sonava in compagnia. HOSTE. M.° Lodivico Bosso, il S. G. Battista Gentil' huomo di Monsignore Stampa, Pre Michele, Pre Bartholomeo e 'l Doni. BARGO. Gli fu risposto ? HOSTE. Il Doni gli fece rider tutti col dirgli; se s' ha à ballare V. S. segga qui per me et suoni; ch'io uuò essere il primo che balli: ò sè non sì ue n'andate con dio senza spezzarci la testa, et leuatosi in piedi gli diede l'archetto et la uiola, et incominciò a ballare.» Ciò si legge a car 6 a tergo, fu dunque il Doni compositore insieme e suonatore. Nella seconda parte del dialogo a car. 19 apprendiamo che il Perisone cantava ed anche il Parabosco. Ecco il passo: « SELVAGGIA. Non si multiplichi più in parole, che si fauelli, che si canti, et che si suoni, intanto io darò il carico à Bargo, che incominci et acciò che egli abbia che pensare così un poco M. Perison et Girolamo Parabosco, Michele, et io canteremo questo canto che è mio.» E a carte 42, tergo: « PARABOSCO. Facendo io già una musica in un certo loco bonissima, vedrò di hauere quei medesimi sonatori. CLAUDIO. Quali ? PARABOSCO. M. Matteo Romano col violone; che sapete come suona divinamente, M. Perison qui canterà. La buona voce et il perfetto cantare, uoi lo udite. M. Paolo Vergelli col fiffero traverso eccellente; hauerò M. Jacopo, M. Chechin con la viola. CLAUDIO. Et il diuino Antonio da Cornetto, perfettissimo. PARABOSCO. Io sonerò lo stromento; et M. Domenico Rossetto il liuto. M. Francesco Stefani canterà col suo basso mirabile et M. Battista dal Fondaco con il suo cornetto ancora, che lo suona miracolosamente. » Diversi musici sono nominati dal Doni a car. 41 come dimoranti di quel tempo in Firenze, seppur non erano Fiorentini. Così dunque il Doni fa dire da Lodovico Domenichi: « Questi à otto li uoglio tutti copiare, et mandargli à Fiorenza à maestro Mauro, al Moschino à Bartolomeo trombone, et à Gianiccho. » Pare che al presente Dialogo (cui nel titolo si vede apposta la parola Canto) dovessero unirsi le altre parti del Tenore, dell'Alto, del Basso ecc., e il Gamba sull' altrui fede lasciò scritto che n' esistono anche esemplari col vocabolo tenore nel frontespizio: ma noi di cotal parti non n'abbiam mai vedute.

Nomi: Doni, Antonfrancesco.

Editori: Scotto, Girolamo.

Catalogo della Biblioteca del Liceo Musicale di Bologna: I, p. 132

RISM B/I : 1544-22=D-3419=B/VI, p. 272c

Antiche collocazioni: 0042 (catalogo Sarti, circa 1840)

ID: 1307 Segnalazioni (errori nella scheda, suggerimenti bibliografici ecc.)

LEGENDA
[] Integrazioni a cura del Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna
* Dopo il numero di repertorio indica una discrepanza tra la consistenza indicata e quella effettiva
{} Integrazioni tratte dalle schede manoscritte di G. Gaspari
_ Carattere utilizzato per trascrivere i segni di abbreviazione

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