Collocazione: B.116
Riproduzioni
Microfilm n.: 0715
,1190
Maffei Gio. Camillo da Solofra Delle Lettere del S.or Gio. Camillo Maffei da Solofra, Libri Due. Doue tra gli altri bellissimi pensieri di Filosofa, e di Medicina, u' è un discorso della Voce e del Modo, d'apparare di cantar di Garganta, senza maestro, non più veduto, n'istampato. Raccolte per Don Valerio de' Paoli da Limosano. - In Napoli, Appò Raymundo Amato. Anno D. 1562 in 8° picc. di facc. 231, con in fine due carte non numerate per la Tavola e l'Errata.« All' Illustrissimo Signor D. Giovanni di Capua, Conte d' Altavilla. Tutto 'l Mondo procaccia modo di poter' essere seruitore di V. S. Illustrissima. Ond' io, se non disiderasse il medesimo, senza dubbio sarei riputato sciocco, scilinguato, e priuo d' intelletto: poi che non mirarei quell' alta luce, che gli altri mirano, non lauderei quello che gli altri lodano, non attenderei à quello à che gli altri attendono. E perche mi sono capitate (per mia buona ventura) nelle mani queste lettere del Signor Gio. Camillo Maffei, doue, oltre all' altre bellìssime cose, u' è un discorso della uoce, e del modo d' apparar senza maestro; di cantare di garganta, pensiero ueramente fin 'ora non più scritto, ne istampato. Ho voluto consacrarle à V. S. acciò che alla sua honorata servitù elle mi conducano ... E le bascio la mano. Di Nap. il dì XII. di Nouembre. M.D.LXII. Di V. S. Illustrissima humiliss. seruitore D. VALERIO DE' PAOLI. »
La prima Lettera al medesimo Conte d' Altavilla è appunto il Discorso sulla voce del Maffei. Questa è compresa dalla pag. 5 sino alla 81, discorrendo l' autore dapprima sulle varie specie della voce, come si formi, dell' inspirazione e dell' espirazione, delle voci rigide e delle flessibili, trattando la materia da medico qual egli era. Conchiude la prima parte della lettera con queste parole: « Gli dico dunque che nè da gli antichi, nè da' moderni musici è stato mai scritto il modo di fare idonea, et atta la gola à passaggiar cantando. Nè sono per questo degni di riprendimento; Percioche quelli come primi inuentori, fero pur cosa grandissima à dare alla musica principio, e questi per esser stata la cosa non poco difficile, non l' hanno uoluto (ò per dir meglio) potuto isprimere. Che (nel uero) chi uuole con la ragione in mano, render conto di ciò, fa di mistiero che non solo Musico sia, ma anchora dottissimo medico, e filosofo ... » E poco appresso: « Onde si fa chiaro à tutti, che coloro i quali dalla Natura non hanno la gola molle e piegheuole, non sono atti à far passaggi, si che ad essi loro poco ò nulla questi miei ordini gioueuoli saranno. » Ma se la prima parte della Lettera tranne poche cose è di poca importanza oggidì, altrettanto proficua n' è la seconda parte dalla pag. 32 sino al fine, dove il Maffei espone le regole che intorno al cantar di gorga, ossia d' agilità tener si devono: le quali regole siccome son conformi quasi affatto alle osservate anche presentemente da' periti maestri del canto, meriterebbero di veder la luce colle stampe, onde far noto al mondo il merito di questo medico musico che fu il primo a dare col presente scritto i precetti di si bell' arte. Oltre la curiosità dell' argomento varie considerazioni se ne potrian dedurre, come a dire la floridezza in cui era a quel tempo il canto italiano, l' ammirazione e il diletto che recavano le agilìtà e le floriture ai nostri antichi, ed altrettali riflessi meritevolissimi d' esser tolti all' oblio in che giacciono per la somma rarità del libricciuolo. Già s' intende che avendosi a pubblicar la seconda metà della Lettera, o Discorso del Maffei, non si lasciasero indietro gli esempli pratici colla musica che trovansi a car. 37, 42 e 63, ponendoli in partitura. Nella Tavola in fine del libro questa celebre Lettera è cosi descritta, sommariamente indicandone il contenuto: « Al Conte d' Altauilla contiene il trattato che fa l' autore della uoce, e del modo d' imparare di gargante senza maestro, con gli esempi di belliss. passaggi, et altre cose appartinenti intorno à questa materia, aggiungendoui alcuni rimedij per la uoce assai utili, e necessarij » Alla pag. 182, vedesi una lettera del Maffei a Rocco Rodio. Leggasi ancora una lettera dell' editor del libro D. Valerio de' Paoli, in cui raccontasi un sinistro caso avvenuto a un suo fratello per nome Luigi morto innocentemente in età di decesette anni, quivi encomiato per la sua valentia nel suonar la viola e nel comporre, accostandosi nello stile alla maniera che tenea in sonando Fabrizio Dentice, che il de' Paoli qualifica per meraviglioso ed inudito; come pure esalta un Antonio di Gregorio rarissimo in questa virtù. Pare che codesto Luigi fosse ucciso in Bracciano dove fu sepolto.
Nomi: Maffei, Giovanni Camillo.
Editori: Amato, Raimondo.
Catalogo della Biblioteca del Liceo Musicale di Bologna: I, pp. 319-320RISM : B/VI, p. 525b
Antiche collocazioni: 0616 (catalogo Sarti, circa 1840)
ID: 2722 Segnalazioni (errori nella scheda, suggerimenti bibliografici ecc.)
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