Collocazione: C.54
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20.G.10, 20.M.205
Microfilm n.: 2360
Antegnati Costanzo, Bresciano L'arte Organica di Costanzo Antegnati, Organista del Duomo di Brescia. Dialogo trà Padre, et Figlio, à cui per via di Auuertimenti insegna il vero modo di sonar, et registrar l'Organo; con l'indice de gli Organi fabricati in casa loro. Opera XVj. vtile e necessaria à gli organisti. - In Brescia, Presso Francesco Tebaldino, 1608 - in fol. Opuscolo di dieci carte non numerate, l'ultima delle quali è bianca. Peraltro (come si noterà appresso) dovrebbero seguirvi dei Ricercari per l'organo. (Nella seconda carta è impresso il seguente discorso):« Ai Benigni Lettori, Et honorati Organisti. Ecco il libro, ouero regola tante volte promessoui, il quale io non hauerei hauuto ardire di lasciar vscire in luce, se non fossero statte le persua-sioni di molti di voi miei amici, hauendo rispetto à tanti authori Illustri, et Eccellentissimi come gli Signori Hieronimo d' Vrbino già mio honorato Maestro, Annibale Padouano, Claudio da Coreggio, Luzasco Luzaschi, Andrea Gabrielli, et Giovanni suo nepote, Francesco Stiuorio, Gioseppe Ascanij, Ottauio Bariola, Germano Palauicino, et tant' altri; et vedendo hora certi modernetti Organisti approbati solo dalla propria loro istimatione, coll' esser lodati da qualche nobile personaggio, se ben poi non hauessero più che tanto cognizione od intelligenza dell' arte, che non si degnano di questi, anzi li sprezzano, stimando più presto loro le sue fantasie fatte all' improuiso, che quelle di valent' huomini fatte pensatamente, et con grande studio. Questi miei ricercari fatti in questo stile, più tosto posso dire triuiale, per compiacere alli amici che hanno potuto comandarmi, non li ho fatti per concorrere con altri, ne perche mi sia immaginato di far cose noue, quali non fossero mai state fatte, così dico di qualunque altra compositione da me fatta, anzi da ogn' altro fatta voglia che armonia, ò sorte di cantilena ella si sia, perche sarebbe vanità il credere alteramente, sapendo che non è cosa nuoua la Musica, ne lo suonar d' Organo, ne le cantilene di mille foggie, ma è antichissima, come mi obligarei à trouargli quanto sapessero trouare, ouero immaginarsi cosa nuoua, per stravagante ch'ella si sia. La regola, et auuertimenti che dò à mio flgliuolo stimo bene (con sopportatione di tutti) essere necessaria, poi che qual'è quel valent' huomo che possa hauer pratica, ò cognitione di tanti Organi differenti di ordini, de' registri ? però questi auertimenti nostri doueranno essere cari ad ogn' vno, per che per questo non toglio l' honore ad alcuno. Lodo l' opera del Reuerendo P. Diruta nomato il Transiluano, che insegna à portar bene la mano nel suonare; et lodo parimente l' Organo sonarino del Signore Adriano Banchieri ch' insegna à respondere ben al Choro, cose necessarissime à chi desidera far bene il mestiero, et in somma quelle opere che ponno portar vtile et commodo à chi si diletta di quest'arte. Però accettate, et pigliate da me il buon animo che ho di giouarui in quel che posso, non come Maestro, ma come buon amico, et seruitore, facendoui sapere come non faccio professione in questa mia operetta, ò dialogo di dar regole di contraponto, ma alcuni particolari auertimenti, et regole circa il maneggiare d' Organi; perche di quelli precetti à pieno, come si sà, n' hanno trattato il Franchino, Gio. Maria Laffranco, Pietro Pontio, il Zarlino, l' Artusio, et molti altri authori antichi et moderni. » Segue poscia: « Indice delli Organi fabricati in casa nostra dal tempo ch' io Costanzo Antegnati ne ho hauto maneggio, et cura. » E ne enumera venti costruiti per la città di Brescia; pel territorio Bresciano 35; tre per la città di Mantova, e cinque pel suo territorio. Ne fece 11 per Bergamo, e pel Bergamasco sei. Ne diede quattro nella Valtellina, ed altrettanti in Crema. Tre in Milano, e dieci nel territorio Milanese. Uno in Pavia, e uno in Lodi. Due in Parma. In Cremona 12, e nel Cremonese cinque. Tre in Verona, e uno nel Veronese. E finalmente uno in Vicenza, uno in Padova, e uno in Venezia. Centoventinove organi usciron dunque dalla sua officina; de' quali però alcuni non furon da lui costrutti di pianta, ma solamente ristaurati, o fattevi dell' aggiunte. Dopo il menzionato indice segue l'Antegnati di questa guisa: « Et perche questi organi non si possono fare senza l' aiuto de operarij dell' arti mecaniche quasi di tutte, et io non intendo mai di usurpar quel che non è mio, intendendo anco che molti di questi manuali che m' hanno seruito à cuscire le vachette ò curami de' mantici, che dicono esser stati loro delli Organi gli fabbricatori; è vero; ma facciamo un poco questo giudicio, se quelli ch' hanno nostre opere ne dimanderebbono conto à noi e sodisfattione, ò à manuali; di ciò lascio ad ogn' vno il giudicio. A questo proposito hora mi souuiene vna ridiculosa burla che fu fatta alla felice memoria di mio Auo, che sonando l' Organo, essendo in quei tempi non solo riputato, ma veramente era valente huomo, et hora non già mai à bastanza lodato, anzi per le sue qualità, et eccellentia in tal arte, perche era anco per le sue rare qualità fatto degno di titolo di Cavagliere, era nominato il Cavaglier dall' Organo; come parimente è nominato nella Città di Ferrara vno il Cavaglier dal Cornetto, per l' eccellenza sua in tale professione; si che per non tralasciar in silenzio quella ridiculosa burla fatta al mio Auo di buona memoria; vn pouero huomo (sonando egli l' Organo) alzava gli mantici, e mosso da invidia o d' ambitione, nel suonar che faceva egli l' Organo, cessò di alzare gli mantici, et mancogli il fiato, et se gli affacciò ridendogli in faccia, dicendogli: hor suonate, suonate, ecc. »
Così comincia il: « Dialogo. Padre, et Figlio. Per non passar in quest' estiui caldi il tempo al tutto in ozio, e fuggir il sonno tanto nocivo à corpi humani, m' è souuenuto Gio. Francesco figliuolo mio, non sij al tutto fuor di proposito andiamo trattenendo quest' hore più noiose in qualch' honesti, et virtuosi raggionamenti intorno all'arte Organica, arte come tu sai liberale, nobilissima, et antichissima; la quale per esser già tant' anni stata nostra propria professione à me pare (e sia senza arroganza et ambitione alcuna) si possa homai addimandar l'Arte Antegnata ... Hai da sapere figliuolo carissimo che nelli anni 1486 (che più nelle scritture nostre non habbiamo memoria più anticha della casa Antegnata di alcuno ch' attendesse a questa professione) fu vn M. Bartholomeo figliuolo dell'Eccellentistissimo M. Giovanni Antegnati Dottore di Collegio di questa Mag. Città, il quale tanto si compiacque in questa nobilissima, et non mai à pieno lodata arte del suonare e fabricar Organi, che lasciati tutti gli altri studi adietro, in questa sola s' impiegò, e vi fece pronto tale, che ben si può chiaro comprendere dall' opere che, come si dice, lodano il maestro, furono fatte e da lui stesso fabricate ne principali luoghi d'Italia, oue sino a' tempi nostri se ne serba ancora memoria e nel Duomo di Como, ch' al presente si suona, et ho trouato nelle scritture nostre, ch' egli fece quelli del Duomo di Milano, di Cremona, Mantova, Bergamo, Brescia, doue sino dalli anni sudetti fù anco Organista, auanti vi fosse M. Gio. Fiamengo, à cui successe puoi M. Vincenzo Parabosco Piacentino, e dietro à lui il Sig. Claudio Merullo da Coreggio huomo tanto famoso, puoi M. Florentio Maschera alieuo di lui, e mio precessore, da cui si può dire ch' egli hereditasse insieme con l' arte la dolcezza del suonare, huomini tutti, come sa il mondo, Eccellentissimi, e che nella professione hebbero puochi pari. » Poco più oltre Costanzo ne dà undici Avvertimenti agli Organisti, cui viene appresso una sua Regola dell' accordar gli Organi, che serue anco per accordar i Cauacembali, Arpicordi, Manacordi, et simili di tastadura. Ha fine il Dialogo e l' opuscoletto col modo di registrar li Organi cioè di componere li registri: e quivi a car. 9 parlando di certi organi da lui detti stravaganti per l' inusitata disposizione de' Registri, così lasciò scritto: « Vi è anco quello di S. Marco di Milano rimodernato da me, come tu sai, con li registri spezzati così ciouè ... (Figlio) Paiono questi almeno quatordici registri; et perche farlo in questo modo ? (Padre) Lo fece così richiesto da quei Reuerendi Padri, anco del suo Organista il Signor Ruggier Troffei, et il Signor Ottauio Bariola, ecc. » Le notizie sparse in quanto s' è di sopra trascritto ristringonsi nell' essere l'Antegnati uscito dalla scuola di Girolamo detto d' Urbino; negli elogi da lui proferiti (oltre di vari notissimi compositori e organisti) di Franceseo Stivorio, Giuseppe Ascani, Ottavio Bariola e Germano Palavicino. Apprendiamo che il Transilvano del P. Diruta era già, in istampa almeno in quello stesso anno 1608, in che usci l' opuscolo presente dell'Antegnati, e che 129 organi all' incirca furono da lui fabbricati o ristaurati. Ci porge notizia che Messer Bartolomeo Antegnati poco dopo il 1486 incominciò pel primo della sua prosapia ad esercitar quell' arte, e che fra i suoi maggiori uno ve n' ebbe nomato il cavalier dell'organo per l' eccellenza sua nel suono di tale stromento. Ne schiera inoltre la serie degli organisti del Duomo di Brescia, fra i quali ci giunse inattesa la notizia d' esservi stato il celebre Claudio Merulo, e prima di lui un Vincenzo Parabosco Piacentino, parente senza dubbio di Girolamo. Finalmente apprendiamo che Ruggero Trofeo e Ottavio Bariola dimorarono intorno a quel tempo in Milano, e il primo specialmente avea l' impiego d' organista di S. Marco di detta città. Notisi che l' opera presente o è mancante, o ne furono diramati esemplari senza i ricercari che dovrebbero unirvisi. Imperocchè le parole Questi miei ricercari fatto in questo stile, più tosto posso dire triuiale, per compiacere alli amici che abbiamo lette nel Discorso dell'Antegnati ai Benigni lettori, et honorati organisti indicano apertamente che dopo il Dialogo avrebbero a trovarsi cotali Ricercari. Più anni dopo fatte le sovrapposte note venne fra le mani del Gaspari l' Antegnata, ch' è appunto l' opera congiunta all' Arte Organica e che ottenne di acquistare per la Biblioteca del Liceo. Eccola qui sotto:
Nomi: Antegnati, Costanzo.
Editori: Tebaldino, Francesco.
Catalogo della Biblioteca del Liceo Musicale di Bologna: I, pp. 328-330RISM : B/VI, p. 090c
Antiche collocazioni: 0106 (catalogo Sarti, circa 1840)
ID: 2796 Segnalazioni (errori nella scheda, suggerimenti bibliografici ecc.)
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