Collocazione: U.178
Unità: 5
Riproduzioni
Digitale:
Museo internazionale e biblioteca della musicaFotocopia: FC.U.178
Microfilm n.: 1776
Ruffo Vincenzo, veronese Salmi Suavissimi et devotissimi a cinque voci. Composti nouamente da l'Eccellente Vincenzo Buffo Maestro della Capella del Duomo di Pistoia conformi al decreto del Sacro Concilio di Trento. Novamente posti in luce.Dixit Dominus.
Confitebor tibi Domine.
Beatus vir.
Laudate pueri.
In exitu Israel.
Laetatus sum.
Nisi Deminus.
Lauda Hierusalem.
Laudate Dn_m omnes gentes.
Crediti propter quod.
In conuertendo.
Domine probasti.
Memento Domine Dauid.
Beati omnes qui timent Dn_m.
De profundis.
In Vineggia. Appresso l'Herede di Girolamo Scotto. 1574. - in 4°. Canto, Tenore, Alto, Basso, e Quinto. In tutto opuscoli cinque. (Avvi la seguente interessante dedicatoria):
All' Illustre et Rever.mo Monsig.re Il Signore Alessandro De Medici Vescovo di Pistoia, Eletto nouamente Arcivescovo di Fiorenza, & Ambasciatore del Serenissimo gran Duca di Toscana, appresso alla Santità di N. S. Illustre et Reverendissimo Signore et Padron mio Colendissimo.
Essendo piaciuto a questi molto Reuerendi Signori Canonici di Pistoia, Membra meriteuoli veramente di si degno Capo, quant'è la S. V. Reuerendiss. di chiamarmi alcuni mesi sono da Milano alla cura della Cappella di questa chiesa, io ci sono stato sempre con aspettatione grandissima de la sua venuta, sperando così di potermele far conoscere per seruitore non punto men deuoto a lei, che è come ho detto, il Capo, ch' io mi sia a queste honoratiss. Membra sue. Ma trouandomi ingannato fino à qui da tale speranza, & essendo per ciò fatto impatientissimo di ogni più lungo indugio a scoprirmele quel ch' io le sono, ho pensato di poter darglene acconciamente, vn picciol segno, con adornare si come ho fatto questi miei Salmi del Suo Illustre et Reuerendiss. nome, procacciando loro in questo modo, la sicura difesa della molta autorità di quello. La qual cosa io non haurei hauto ardimento di fare in modo veruno, se questa molta mia deuotione verso di lei non me ne hauesse dato animo. Questi Monsi. Illustriss. sono alcuni Salmi ch' io nel tempo che sono stato in Pistoia, ho ridotto ad vn nuouo modo di canto, con quel poco sapere, di che Iddio mi ha volato far dono in questa professione, et essendo eglino someglian' in tutto di stile, e nati ad un parto con certe mie Messe, Ch' io dedico a questi miei Signori Canonici non si può negare, che non tenghino il grado di lor Fratelli. Per il che vedendosi fra essi propinquità si stretta, non mi pare se non conueneuole auertenza l'hauer procurato che gli suoi Protettori ancora sien fra loro si strettamente congiunti. La intention mia, così ne le Messe, come ne Salmi, è stata, si come io discorro con più parole in vn mio ragionamento posto innanzi alle dette Messe, di mostrare, come ne gl' officij diuini si potrebbe introdurre vna foggia di Musica graue, dolce, e deuota, e tale che interamente si confacesse alla mente del sacro Concilio di Trento, il quale, come sà V. S. Illustrissima, non permette che ne le chiese di Dio, si cantino alcune musiche, che habbiano dello impuro, o del lasciuo. E come questo mi sia venuto fatto felicemente, è officio mio, di rimettermene al giudicio d' altri. Le dico bene, che per far quasi vn poco di saggio di queste musiche, elle si son cantate qui, se io non m' inganno, con vniuersale sodisfattione, e principalmente di questi miei Signori Canonici, li quali giudicandole accomodate molto al culto diuino, m' hanno persuaso, e quasi costretto a mandarle fuora, resta hora che V. S. Illustriss. con quella generosità e grandezza d'animo, che insieme con le altre sue virtù tante, la rendeno cosi celebre al Mondo, prenda in grado questa piccola dimostratione, che io le fo hora, del mio buono animo, e resti di ciò seruita, fino a tanto, che io habbia commodità di farle con la presenza seruitù maggiore, ricordandosi, che l' accettare allegramente vn picciol dono, e atto non men regio, che 'l farne vn grande: Et io con ferma speranza che ella cosi debba fare, le bacio quant'io posso riuerentemente le sacratissime mani, & la prego a pormi nel numero di coloro, che desiderano, & hanno la gratia sua: E cosi Iddio benedetto la prosperi in ogni affare & per consolatione di questi suoi Populi, acceleri quà la sua venuta, doue ella è da tutti, e da me in particolare, auidissimamente desiderata.
Di Pistoia à 5. di Marzo. 1574.
Di V. S. Illustre & Reverendissima Humilissimo Seruitore VINCENTIO RUFFO.
Da quanto abbiamo letto nella dedicatoria, si può togliere un pochetto al Palestrina per dare al nostro Ruffo alcuna parte della gloria di essere stato fra i primi ristoratori della musica ecclesiastica assai malmenata al suo tempo.
Nomi: Ruffo, Vincenzo.
Editori: Scotto, Girolamo, eredi.
Riferimenti bibliografici
Catalogo della Biblioteca del Liceo Musicale di Bologna: II, pp. 304-305RISM A/I : R-3056
Antiche collocazioni: 215-4 (inventario Barbieri, primo quarto sec. XIX) 0946 (catalogo Sarti, circa 1840)
ID: 5560 Segnalazioni (errori nella scheda, suggerimenti bibliografici ecc.)
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