Corso di ALTA FORMAZIONE PER SCENEGGIATORI
in collaborazione con Associazione LUS
L’Associazione LUS è nata dall’incontro di alcune realtà artistiche e produttive emiliano-romagnole: cinque compagnie teatrali - Teatro delle Albe e Fanny & Alexander di Ravenna, Motus di Rimini, Societas Raffaello Sanzio di Cesena, Teatrino Clandestino di Bologna - l’associazione di videoartisti Zapruder (Forlì-Cesena), l’Emilia Romagna Teatro Fondazione, la casa di produzione cinematografica indipendente Downtown Pictures. L’obiettivo è quello di sperimentare le possibilità offerte dal nuovo linguaggio che può scaturire dalla contaminazione e dallo scambio reciproco tra cinema, teatro e performing arts in genere, non solo attraverso la produzione di progetti cinematografici, ma anche attraverso un’attività di formazione.
Il corso si pone l’obiettivo di associare al progetto produttivo cinematografico la formazione di figure professionali in grado di supportarlo: inserito nell’albo dell’alta formazione della Regione Emilia Romagna, ha preso il via nel mese di aprile sviluppandosi tra le città di Bologna, Ravenna, Bellaria, Rimini, Riccione e Cesena.
Scrittura per il cinema, sceneggiatura, fumetto, musica, produzione e direzione della fotografia sono alcune tra le materie trattate nelle lezioni teoriche e pratiche ospitate all’interno del Museo della Musica: i “maestri” saranno Valerio Evangelisti (scrittore), Gino Ventriglia (sceneggiatore), Emidio Clementi (scrittore e musicista), Egidio Eronico (regista), Giampiero Rigosi (scrittore).
Le lezioni più interessanti e stimolanti saranno aperte al pubblico, configurandosi come ciclo di eventi/seminari di approfondimento sull’infedeltà tra le arti: il Museo della musica ospiterà una mini rassegna cinematografica, dedicata al rapporto tra musica e sceneggiatura, a cura del prof. Guglielmo Pescatore e un incontro finale che avrà come protagonista Marco Müller, direttore del Festival del Cinema di Venezia, nonché ideatore e promotore dell’intera iniziativa.
In che modo il cinema può rendere visibili quegli aspetti emotivi,passionali, sensibili che sono legati alla melodia musicale e in particolare all'aria operistica?
Tradizionalmente il melodramma musicale è un luogo di passioni forti, di contrapposizioni insanabili, in cui si ama e si muore cantando. Sono dunque la melodia e il canto a dare carne e corpo ai sentimenti, conferendo spessore e vita all'intreccio narrativo. Al cinema siamo invece abitua a leggere sui volti, nei gesti, nella costruzione visibile del personaggio quegli stessi elementi di pathos che nell'opera sono ascrivibili alla composizione musicale. Il cinema che vuole illustrare, adattare, rappresentare l'opera si trova dunque ad affrontare un bel problema: come far convivere, come contemperare delle modalità espressive così apparentemente distanti?
Un problema di sceneggiatura e regia che ha dato luogo ad alcune soluzioni interessanti che verranno illustrate attraverso l'analisi di due modalità assai diverse di portare l'opera al cinema: quella di Carmine Gallone con Casta diva (1956), film esemplare di quel fortunato genere tipicamente italiano che è stato il film opera, e quella "d'autore" di Aria (1987), in cui la lettura soggettiva e l'invenzione stilistica si sostituiscono alle convenzioni del genere. (G.P.)
Corso di alta formazione per sceneggiatori
Nuove visioni per il cinema dalle performing arts