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live>Francesco Guerri violoncello
Fabrizio Puglisi pianoforte preparato
Il titolo è una frase di Tristan Honsinger, fra i primi a sviluppare una tecnica violoncellistica nel jazz e nell’improvvisazione. Ma è anche la sintesi della musica del duo Guerri/Puglisi, che nasce e si affastella sui loro leggii proprio sotto gli occhi del pubblico, in forma di brani, spunti e versioni alternative, a volte di breve vita, a volte indecifrabili, a volte solo pretesti per immergersi in un’immensa galassia di suoni e possibilità.
Francesco Guerri si diploma al Conservatorio di Musica B. Maderna di Cesena con il massimo dei voti e dopo l’esame esce dall’edificio con l’amato primo concerto per violoncello di Shostakovich sotto braccio, per non tornare più indietro. Si avvicina alla musica improvvisata, elettroacustica e al rock. Ha suonato con: Tristan Honsinger, Carla Bozulich, Jessica Moss, Ches Smith, Cris Corsano, Edoardo Marraffa, Pasquale Mirra, Domenico Caliri, Fabrizio Spera, Fabrizio Puglisi, Alberto Fiori, Vincenzo Vasi, Laurence “Butch” Morris, William Parker, Nicola Guazzaloca, Silvia Bolognesi, Cristiano Calcagnile, Gianluca Petrella e tanti altri. Collabora inoltre con Teatrino Clandestino, Teatrino Giullare, Francesca Grilli, Chiara Guidi – Societas Raffaello Sanzio.
Si dedica da anni ad un originale repertorio solistico che lo vede esibirsi in diversi festival tra cui Roma Europa festival, Sudtirol Jazz festival, Forlì open music, Isole che Parlano. Nel 2015 è stato invitato a suonare presso la Cappella Paolina del Palazzo del Quirinale a Roma e nel 2019 ha presentato il suo nuovo album solista Su Mimmi non si spara! presso la sede Rai di Via Asiago a Roma per Radio3 Suite Jazz.
Dal 2001 lavora presso il Day Hospital di Psichiatria e Psicoterapia dell’Età Evolutiva dell’Ospedale Maggiore di Bologna occupandosi di disagio in età evolutiva.
Fabrizio Puglisi, pianista, compositore ed improvvisatore, si laurea con lode al DAMS di Bologna con una tesi su Cecil Taylor. Dal 1997 al 2003 si è stabilito per lunghi periodi ad Amsterdam dove ha collaborato con alcuni musicisti della scena olandese come Tristan Honsinger, Han Bennink, Ab Baars, Sean Bergin, Ernst Reijseger, Tobias Delius e la big band Tetzepi. Ha collaborato tra gli altri con Louis Sclavis, Lester Bowie, Don Moye, David Murray, Hamid Drake, John Zorn, Steve Lacy, Don Byron, Butch Morris, William Parker, Kenny Wheeler, Enrico Rava, Rob Mazurek, George Russell, Michel Godard, Marc Ribot, Paolo Fresu, Flavio Boltro, Steve Grossman, John De Leo, Gianluca Petrella, Italian Instabile Orchestra, Keith Tippett, Gunter “Baby” Sommer e Alfio Antico. Si è esibito in Festival in USA, Canada, Europa, Africa, Turchia, India, Georgia, Messico ed ha inciso più di 40 cd per etichette europee ed americane ed è stato più volte ospite nei programmi di RAI Radiotre (Invenzioni a due voci, Radiotre Suite, Battiti, I Concerti del Quirinale).
Membro storico del Collettivo Bassesfere, da sempre ama sconfinare nei territori di altri linguaggi artistici interagendo con la danza e le coreografie di Giorgio Rossi, Ambra Senatore, Barbara Toma, Emma Scialfa, Marius Moguiba, Hisako Horikawa, Karamba Mane o collaborando con attori (Elena Bucci), giornalisti (con Marco Travaglio nello spettacolo teatrale “Promemoria”), scrittori (Wu Ming 1, Stefano Tassinari), poeti, registi (Enrico Masi, Caucaso) ed artisti visivi. Insegna Pianoforte Jazz al Conservatorio G. Frescobaldi di Ferrara e alla Siena Jazz University.
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ultimamusica
musiche “inaudite” di questo (e altri) secoli
Il “secolo breve” a ben vedere non lo è stato poi così tanto, se al suo interno è riuscito a contenere espressioni artistiche lontane, diversissime tra loro e a volte addirittura contraddittorie, in ogni caso segnanti.
E a distanza di vent’anni, il Novecento in musica si porge così ai nostri occhi, ma soprattutto alle nostre orecchie: un’epoca fremente, impetuosa, a tratti problematica e avvolta in una mitologia tutta da conoscere.
Sei appuntamenti dedicati ai linguaggi, ai protagonisti, alle idee, alle curiosità e agli strumenti che contraddistinguono la “contemporanea“ di oggi e del secolo appena passato.
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I biglietti acquistati non sono rimborsabili: in caso di eventuale annullamento degli eventi causa emergenza COVID-19, l’Istituzione Bologna Musei emetterà un voucher pari al costo del biglietto.
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