immagini musicali da Tomasi di Lampedusa a Visconti
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conversazione con Francesco Finocchiaro
Fra i pochi compositori italiani dediti al cinema in modo non occasionale, Nino Rota ha legato principalmente il suo nome a due prestigiosi sodalizi: quello con Federico Fellini, iniziato nel 1952 con Lo sceicco bianco, e quello con Luchino Visconti, aperto nel 1957 con Le notti bianche.
Nella ricca filmografia rotiana, impreziosita da opere oggi di unanime apprezzamento (come 8 1/2, Amarcord, Rocco e i suoi fratelli, La dolce vita...) occupa un posto a sé la partitura per Il Gattopardo (1963).
Basata quasi interamente su una composizione giovanile (la Sinfonia sopra una canzone d’amore, composta fra il ’46 e ’47 e rimasta a lungo ineseguita), la musica per il film non ha conosciuto una fortuna critica paragonabile alla sua popolarità. Se sul film di Visconti ha gravato a lungo, per proprietà transitiva, la pesante censura espressa da certa critica militante verso il romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, la musica di Rota è stata frettolosamente liquidata come un ibrido mal riuscito fra musica assoluta e musica funzionale.
A un approccio analitico scevro da snobismi e pregiudizi, l’opera di Visconti e Rota si rivela invece densa di valori drammaturgici. La derubricazione della musica rotiana sotto la categoria peggiorativa di compilation soundtrack ha portato a sottovalutare i procedimenti di adattamento e rifunzionalizzazione che sono all’origine di episodi di raffinata costruzione scenica. L’assunzione, di gusto quasi mahleriano, di mondi musicali qualitativamente eterogenei – dai temi lirico-sinfonici alle marcette popolari, dai canti di strada ai ballabili – è stata liquidata snobisticamente come un tradimento dei valori musicali intrinseci, senza che si intuisse, se non in minima parte, il nesso fra le scelte musicali più spiazzanti e l’intenzione interpretativa globale del regista.
Ma soprattutto, è mancata un’analisi dell’opera di Visconti e Rota in chiave di “rimediazione” del capolavoro lampedusiano, vale a dire di adattamento della tecnica narrativa del romanzo psicologico a una drammaturgia inerentemente filmico-musicale.
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Conversazioni
a cura di Athena Musica
Il ciclo 2022 delle Conversazioni di Athena Musica ospitate con cadenza mensile al Museo della Musica ha come tema il fenomeno degli adattamenti, analizzato da una duplice prospettiva:
- in chiave teorica, nel senso di una riflessione sui processi semiotici di generazione di uno o più metatesti a partire da un prototesto
- in chiave storica, come ricostruzione e documentazione filologica di effettive pratiche di adattamento situate in specifici segmenti temporali e concernenti peculiari tipologie di testi e media: traduzioni e riscritture nell’opera fra Sei e Settecento (Livio Marcaletti); adattamenti di classici della musica strumentale (Chiara Bertoglio); reinterpretazioni e rifacimenti nel fenomeno pop della cover (Stefano Lombardi Vallauri); riletture in chiave intermediale (Giacomo Albert); trasferimenti dal musical al film musicale (Marida Rizzuti); oggettivazioni cinematografiche del romanzo psicologico (Francesco Finocchiaro); transfer mediali dalle scene operistiche al fumetto (Pessarrodona). Completa il programma delle Conversazioni 2022 una prestigiosa serie di conferenze su temi liberi: la III Sinfonia di Mahler (Carlo Serra); il pensiero musicale in Kant (Antonio Serravezza) e Hamann (Maurizio Giani); la trattatistica musicale novecentesca (Anna Ficarella).
Athena Musica è un’associazione culturale nata per iniziativa di docenti e ricercatori interessati all’estetica musicale, alla filosofia della musica e, in generale, a tutte le tradizioni intellettuali che hanno accolto la musica nel loro orizzonte.
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