Il rocambolesco salvataggio di Stanislao Mattei
La supplica di Padre Martini a Benedetto XIV (dettaglio) (Clicca sull'immagine per visualizzarla a tutto schermo)
Nel 1750, preoccupato per l’integrità della sua celebre e ricchissima raccolta, inviò una supplica direttamente a Benedetto XIV (il bolognese Prospero Lambertini) chiedendo che alla sua scomparsa la collezione fosse custodita in perpetuo senza minima diminuzione nel convento di S. Francesco. Il Papa accettò, ma per questa decisione di lì a poco la raccolta corse un grave rischio: la confisca da parte delle autorità napoleoniche in quanto bene di una corporazione religiosa soppressa.
Per fortuna, prima della morte Martini affidò la collezione al suo discepolo e successore Stanislao Mattei (futuro maestro del giovane Rossini), che riuscì a salvarla grazie a un rocambolesco escamotage: poco prima dell’arrivo delle truppe, nel breve volgere di qualche notte egli trafugò dal convento varie centinaia di volumi contenenti le opere più importanti dell'immenso tesoro, trasferendolo a casa sAua e riuscendo a convincere tutti (con indubbia faccia tosta) che si trattasse della propria biblioteca personale.
Ma questo non fu il suo unico “colpo”: il “diabolico” Mattei riuscì subito a farsi nominare consulente della Repubblica Cisalpina, facendo confluire tutto il resto nell’Istituto Nazionale di Scienze ed Arti assieme a molti altri oggetti d’interesse musicale (libri e strumenti) ed evitandone così la dispersione.
È quindi merito della sua audacia se, scampato alle confische napoleoniche, nel 1816 fu possibile donare al Municipio di Bologna il prezioso patrimonio bibliografico, riunendolo definitivamente con le opere da lui "trafugate" nel 1827 all’interno dell'archivio del Liceo Musicale, che era stato istituito dalla città di Bologna nel 1804 presso l'ex convento degli Agostiniani, nella chiesa di San Giacomo Maggiore.