Nasce il Museo internazionale e biblioteca della musica
Sala 5 (Clicca sull'immagine per visualizzarla a tutto schermo)
Il legame con la città non si interruppe nemmeno quando, nel 1942, il Liceo Musicale passò allo Stato come Regio Conservatorio. il Comune infatti mantenne la proprietà dell’intero patrimonio, istituendo nel 1959 il Civico Museo Bibliografico Musicale che è confluito nel Museo internazionale e biblioteca della musica, risultato di un progetto culturale realizzato dal Comune di Bologna con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è stato inaugurato l'11 maggio 2004 nell’affascinante contesto architettonico di Palazzo Sanguinetti.
Il Palazzo, donato alla città da Eleonora Sanguinetti nel 1986, è stato sottoposto ad un attento restauro per riportare all’originario splendore i ricchissimi affreschi interni – che, realizzati tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento, ne fanno uno degli esempi più alti del periodo napoleonico e neoclassico a Bologna.
L'idea di realizzare un Museo della musica è nata non solo dalla necessità di ribadire l'importanza dell'esperienza bolognese nell'arte della musica, ma anche per portare a conoscenza del grande pubblico il ricco e variegato patrimonio di beni musicali che il Comune di Bologna possiede e custodisce e che per mancanza di uno spazio adeguato era rimasto confinato nei depositi.
Il percorso espositivo, la biblioteca musicale, l’area eventi, i laboratori per la didattica, lo spazio mostre interagiscono con le stanze decorate da Pelagio Palagi, Serafino Barozzi, Vincenzo Martinelli, Antonio Basoli, proponendo il Museo come un luogo vivace, polifunzionale e interattivo, frequentato dagli addetti ai lavori e dagli appassionati come dai turisti, dagli adulti come dai bambini, con un unico comune denominatore: la musica in tutte le sue forme ed espressioni.
Un museo per molti aspetti assolutamente incomparabile agli altri, per la vastità e la varietà e delle collezioni musicali in esso conservate, in cui è possibile ammirare alcuni tra i più importanti unica musicali al mondo (il primo spartito mai stampato, il primo libretto e le due musiche della prima opera mai scritta...) e nel quale ancora oggi è possibile la visione di un testo scritto (lo spartito), con il volto ritratto del suo compositore, con lo strumento cui è destinato, con i trattati teorici che ne parlano, rimanendo ancora oggi fedele allo spirito e alla funzione originaria voluti da Padre Giambattista Martini.