Jacopo Ciccarelli

Jacopo Ciccarelli (Clicca sull'immagine per visualizzarla a tutto schermo)

L'Associazione Sounday, in collaborazione con il Museo della Musica e con il sostegno della Regione Emilia Romagna promuove VinileFuturoAnteriore, una occasione per celebrare la persistenza del disco nei sistemi di ascolto contemporanei.
Il disco è il sistema di riproducibilità che maggiormente ha influenzato la produzione artistica. Ha condizionato la durata delle canzoni, e quindi, alla fine i tempi di attenzione della nostra contemporaneità. Ha offerto a Pierre Schaeffer l'intuizione del loop e della ripetizione nella musica concreta ("Sillon fermé"). Ha stimolato lo sviluppo di pensieri creativi nuovi come gli album e i concept album, dando luogo al concetto di play list ovvero di sequenza di canzoni interconnesse per autore, genere o esperienza musicale. Ha alimentato leggende fantasiose, come quella, degli ascolti à rebour sui quali i musicisti, soprattutto rock che lasciavano messaggi satanici per la gioia dei fan, o tramite i quali potevano addirittura tornare dall'oltre tomba come nel film "Morte a 33 giri" (Trick or Treat) del regista Charles Martin Smith.
Il disco è rivoluzione che ha trasformato gli spazi quotidiani offrendo la possibilità di decidere il tempo e il modo con cui ascoltare musica, voci, poesie, proclami. E' stata voce al cinema quando questo era ancora muto, è stato comodo sostituto parentale quando, inserito in robusti supporti a prova di bambino, raccontava le favole. E ha, perfino spesso sostituto gli alti gerarchi quando nei campio militari veniva suonato per diffondere la viva voce degli ordini dei superiori.
Oggi in epoca di riproduttività tecnica super avanzata, di mp3 scaricabili su supporti sempre più facilmente portatili, il ritorno alla cultura del vinile è una richiesta di attenzione di una qualità acustica meno smaltata e più attenta. Uno spazio in cui non tutto è mai perduto. Un vinile graffiato si può ancora ascoltare, un cd danneggiato è perso per sempre. I glitch dei nostri dischi consumati marcano la proprietà si imprimono nei ricordi degli ascolti, la perfezione del CD ce lo aliena. Questo perchè in un modello sociale in cui i mezzi di produzione, di alimentazione e perfino di divertimento sono preconfezionati, il vinile rappresenta un fattore tangibile, concreto, imperfetto, a propulsione ancora meccanica, una magia alla portata di tutti.
Non si può giudicare un libro dalla copertina, ma per un disco la cosa è diversa. La copertina è parte integrante della concezione che sottende l'album, è un contatto visivo che aumenta l'esperienza tattile che prelude e accompagna l'ascolto. Una superficie in cartoncino 30x30 può diventare una finestra per andare aldilà del supporto. Dagli anni '60, fino al tramonto del LP come strumento di diffusione della cultura musicale di massa, gli artisti fanno a gara a potenziare attraverso la copertina, l'immaginario creativo che li lega ai fan. L'evoluzione grafica delle copertine comincia, in verità, già alla fine degli anni '40 quando il disco microsolco in vinile sostituisce i 78 giri. Le protezioni di cartone si trasformano in opere di straordinaria personalità, vere e proprie vetrine che potevano decidere il successo commerciale di un disco più che la stessa musica.
Sono le immagini colorate degli album, infatti, che attirano la curiosità dei giovani compratori della cultura di massa. Non era bieco marketing quello che spingeva gli artisti della musica alla ricerca grafica. Molti artisti della fotografia e della grafica diventarono ricercatissimi creatori di copertine come Francis Wolff cofondatore della Blue Note Records, che ha fotografato i grandi del jazz, o David Bailey cui si devono alcuni degli scatti più famosi del cotè londinese degli anni ‘60 e le copertine di album come Out of our Head (1965) dei Rolling Stones. Janis Joplin vuole il fumettista Robert Crumb per la copertina di Cheap Thrills (1968), e Bowie scippa a Vogue la foto di Justin De Villeneuve per il suo album Pinups (1973). Il grande guru della pop art, Andy Warhol non rinuncia ad esprimersi in questo formato e, dopo aver concepito la solitaria banana dell'album di culto, Velvet Underground & Nico (1967), inventa una provocatoria copertina in 3D per l'album Sticky Fingers (1971) dei Rolling Stones. Alcuni artisti come Joni Mitchell firmano le loro copertine, mentre altri, David Bowie o i Beatles, gli stessi Stones, tanto per dirne alcuni, intervengono strutturalmente nel concept dando luogo ad opere (Abbey Road - 1969 Beatles; Wish you were here 1975 Pink Floyd) che si imprimeranno a lungo nell'immaginario. IO SONO VINILE/I'M VINYL, presentato a Bologna nell'ambito di VinileFuturoAnteriore è una collezione in fieri di circa 300 foto, che mette in scena il suggerimento implicito in ogni copertina e rende manifesto il nesso tattile e visivo che genera l'affezione feticistica per il vinile.

Alessandro Ciccarelli dj, collezionista di vinili e appassionato di fotografia, inizia questa ricerca nel 2006 e, come accade nelle migliori creazioni, lo spunto iniziale ha un contesto ludico. "Era una delle poche serate fredde che ci riserva l'inverno palermitano - racconta l'autore - Più che vero gelo un' occasione insolita e una scusa per scaldarsi con un bicchiere di zibibbo in compagnia. All'improvviso mi accorgo che uno dei miei amici assomiglia a Joe Cocker nella copertina del LP che avevo in mano. Una folgorazione così potente, che per poco non il disco non mi cadeva. L'idea è nata così".
I modelli sono amici e parenti, naturalmente, ma anche persone incontrate per caso e convinte a posare in ragione di una assonanza. Irresistibile è la tentazione di vivificare il disco! Ciccarelli contestualizza le copertine dei LP, semplici e gatefold, attraverso la loro personificazione. Persona in latino è la maschera che identifica il carattere che l'attore va ad interpretare. L'etimologia della parola rimanda a per sonare ovvero per rendere sonoro. Persone nascoste dietro un LP e che l'LP trasforma in altro da loro, rivelando quello che nella copertina non c'è, ampliando l'angusto spazio 30x30 ad un poter essere, ad una dimensione esperienziale più ampia, ironica, emulativa, narrativa, buffa. La lezione di Pirandello si declina in una nuova forma e nell'interpretazione di Ciccarelli, alias Resonacedj, la copertina dei suoi vinile da collezione diventano la maschera che interpreta volti, ovvero le storie di quanti negli ascolti di quei dischi si sono persi, ritrovati, reinventati. "Io sono vinile" per l'appunto, sono contenuto e contenitore, sono il medium che diventa comunicazione!

Dal 18 al 30 Giugno 2011
ingresso incluso nel biglietto del museo

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