farsetta per musica di Padre G.B. Martini

La Dirindina

(Clicca sull'immagine per visualizzarla a tutto schermo)

in collaborazione con Fondazione Teatro Comunale di Bologna e Conservatorio di musica “G.B. Martini”

direttore Arnold Bosman
regia, scene e costumi di Michal Znaniecki
contralto Angela Bonfitto
soprano Paola Quagliata
tenore Juan Gambina
basso Diego Baretta
quintetto d’archi Conservatorio di musica “G. B. Martini” di Bologna

A Padre Giovanni Battista Martini (Bologna, 24 aprile 1706 – 3 agosto 1784) nume tutelare del Museo della musica, a cui si deve il nucleo più importante delle collezioni musicali esposte, è dedicato il primo dei tantissimi eventi celebrativi della nascita del nuovo Museo della musica. Martini fu una delle personalità più illustri e complesse del Settecento musicale europeo, per la grande erudizione, per la sapienza contrappuntistica e per il rilievo artistico.

La Dirindina o il Maestro di Cappella di Girolamo Gigli (Siena 1660 – Roma 1722) fu rappresentata per la prima volta nel 1715 al Teatro Capranica di Roma, musicata da Domenico Scarlatti. La farsetta godette di grande popolarità tanto da dover essere ristampata più volte, così, quando nel 1737 Padre Giovanni Battista Martini compose una nuova versione musicale dell’intermezzo, il libretto era già un “best seller”.
Non è comunque fino ad ora accertato se, e dove, fu all’epoca rappresentata; probabilmente fu rappresentata solo in un ambito privato.
Composta, come la maggior parte degli intermezzi comici, di due parti e di un’unica scena, la pièce è il primo testo per musica in assoluto a rappresentare in qualche modo il mondo dell’opera e a metterlo in ridicolo, svelando passioni, mischiando la rappresentazione tragica e l’equivoco comico, intrecciando sapientemente i diversi linguaggi: tecnico, aulico e realistico-volgare.
Nella messinscena proposta a Palazzo Sanguinetti, in occasione dell’apertura del nuovo Museo Internazionale e Bbiblioteca della Musica di Bologna, il regista Michal Znaniecki recupera l’attualità di un metateatro che mette alla berlina musici che infiammano le platee e primedonne che accendono desideri trasportando in avanti l’azione di circa due secoli, ai primi del Novecento, in un salotto esclusivo dell’alta società, dove – in un gioco autorizzato dalla sublime Vedova allegra, che ricostruisce Maxim nelle sue stanze – è offerto uno spettacolo di cabaret.
Le finestre sono vetrate di art déco. Agli estremi della sala due minuscoli palcoscenici sono pronti per i “numeri” del cabaret musicale. Al centro è l’orchestrina, sotto il ritratto del “guru” Padre Martini. Gli ospiti siedono intorno: ai tavolini, sulle poltrone, sui divani. I camerieri servono da bere: vino, champagne e la bevanda à la page, l’assenzio. In questa atmosfera l’intermezzo diventa cafè chantant, l’aspirante canterina un’aspirante sciantosa, l’evirato cantore un androgino affascinante, mentre il Maestro rimane pur sempre il Maestro.

ingresso gratuito fino ad esaurimento posti
programma Eventi inaugurali_2004.pdf

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