C. Giaquinto - Ritratto di Farinelli (1755 - particolare) (Clicca sull'immagine per visualizzarla a tutto schermo)
Le notizie sulla formazione della quadreria, che nella Bologna settecentesca sembra non avesse rivali, non sono molte. Dal prezioso carteggio di lettere che Padre Martini tenne con diversi personaggi dell'epoca, musicisti che erano stati suoi allievi a Bologna, membri dell'Accademia Filarmonica, teorici di musica, compositori, nobili, illustri intellettuali, maestri di Cappella, custodi di conventi francescani, si è evidenziata una complessa rete di informatori e di intermediari che si occupavano di reperire i ritratti da lui desiderati.
Molti di questi (Aaron, Artusi, Banchieri, Bottrigari, Frescobaldi, Merulo, Tartini, Willaert, Zarlino) furono commissionati direttamente da Padre Martini agli artisti, i quali traevano le sembianze del musicista da incisioni dell'epoca. In effetti egli non era interessato al valore artistico dei dipinti, quanto ad una più o meno plausibile rassomiglianza col modello, in consonanza con l'interesse del suo secolo per la lettura fisionomica dei volti e con l'intento di dare testimonianza iconografica di personaggi legati da un unico comune denominatore - la musica - e dal fatto di avere rapporti più o meno diretti con la sua Biblioteca.
Ciò non toglie che nella collezione siano presenti molti quadri di pittori celebri, come Angelo Crescimbeni, autore di numerosi ritratti tra cui quello di Padre Martini stesso o Thomas Gainsborough, con il ritratto di Johann Christian Bach.
Sembra inoltre che il prestigio di Padre Martini, considerato come il più profondo conoscitore europeo dell'arte musicale, era tale che per un musicista dell'epoca era importante entrare a far parte della sua galleria di ritratti, perché ciò equivaleva ad una sorta di riconoscimento di merito: questo il caso dei ritratti richiesti da Padre Martini a Rameau, Jommelli, Gluck e Mozart.
La quadreria rimase nel Convento di San Francesco e anche dopo la morte di Martini si arricchì di numerosi altri ritratti (tra cui Farinelli di Corrado Giaquinto, Rossini, Bellini, Donizetti, Wagner, Verdi), sopravvivendo alle confische napoleoniche grazie al suo successore Padre Stanislao Mattei; solo nel 1801 venne trasferita nell'ex convento degli Agostiniani presso la Chiesa di San Giacomo Maggiore.
Ad oggi la collezione è costituita da 319 dipinti, per la maggior parte oli su tela, ma anche pastelli e disegni.
Nel 2018 è stato finalmente pubblicato, dopo anni di studio, il volume I ritratti del Museo della Musica di Bologna da padre Martini al Liceo musicale (Firenze, Leo S. Olschki, 2018) che documenta l’esito finale di un lungo e complesso percorso scientifico che ha preso avvio con una sistematica campagna di restauro e censimento fotografico dei dipinti, per poi proseguire con lo studio delle fonti storiche e bibliografiche sulla genesi della collezione e una sua descrizione analitica.
Il catalogo ricostruisce, sulla linea di confine tra storia dell’arte e storia della musica, le vicende della formazione e dell’ampliamento della preziosa quadreria esposta in parte nelle sale del Museo della Musica e in parte nel Conservatorio di musica “G.B. Martini”.
Il volume si è aggiudicato il prestigioso Claire Brook Award 2019 conferito dal Barry S. Brook Center for Music Research and Documentation at the Graduate Center di New York.