Un dettaglio da "Adieu mes amours" di Josquin raccolto nell'Odhecaton - Sala 5 (Clicca sull'immagine per visualizzarla a tutto schermo)
La collezione ereditata da Padre Martini costituisce una delle raccolte musicali più prestigiose al mondo, grazie anche all’eccezionale completezza di talune sezioni: anzitutto quella dedicata alla teoria musicale, di cui in certi ambiti Martini possedeva la quasi totalità delle opere a stampa, insieme con numerosissimi manoscritti; nella sezione dedicata alla musica pratica erano poi ben rappresentati tutte le epoche e gli stili, nonostante la predilezione per il genere sacro. Tra tutti spiccano un’importante silloge di polifonia quattrocentesca (la fonte più importante delle prime opere di Guillaume Dufay) che oggi reca la segnatura Q.15; l’Harmonice musices Odhecaton A, la prima edizione interamente musicale stampata in caratteri mobili (realizzata da Ottaviano Petrucci nel 1501, e di cui l’unico esemplare completo è esposto in Museo); il Melopeo y maestro Tractado de musica theorica y pratica di Domenico Pietro Cerone, impresso a Napoli in lingua castigliana nel 1613, che, secondo la leggenda, divenne subito rarissimo dopo che quasi tutta la tiratura era colata a picco con il galeone che la trasportava in Spagna.
Si aggiunge poi la notevole collezione di oltre 11.000 libretti d'opera, autografi dei più grandi musicisti e compositori, una delle più ricche collezioni di musica vocale profana del XVI e XVII secolo.
La biblioteca martiniana non era però solo una collezione di rarità, quanto piuttosto un contenitore dotato degli indispensabili strumenti di ricerca e di approfondimento necessari a un dotto storiografo, compositore e didatta, in un’epoca in cui le collezioni pubbliche erano assai poche e i repertori bibliografici pressoché inesistenti. Per approvvigionare la raccolta di nuovi volumi egli con ogni evidenza contò non solo sul suo onorario di maestro di cappella: a lui era infatti consentito visitare biblioteche allora quasi inaccessibili (come la Vaticana) o commissionare copie di libri di pregio; in più di una circostanza egli coinvolse nelle sue ricerche alcuni illustri conoscenti (su tutti G. Chiti, che aveva libero accesso alle biblioteche ecclesiastiche romane e lo rifornì delle opere di molti autori della cosiddetta «scuola romana»). Non vanno poi dimenticati gli scambi dei suoi stessi lavori a stampa intercorsi con librai ed editori, amici e colleghi; la notorietà e la stima di cui godeva gli assicurarono infine numerosissimi doni librari.
Nel 1750 Padre Martini per preservare la sua collezione dalla possibile dispersione scrisse una supplica (esposta in sala 2) al papa Benedetto XIV, il bolognese Prospero Lambertini che certamente conosceva bene la sua raccolta, affinchè alla sua scomparsa la raccolta libraria fosse preservata nella sua integrità, pena la scomunica.
Ma tanta cautela servì a poco perchè durante gli avvenimenti rivoluzionari e la successiva dominazione napoleonica, il patrimonio rischiò di essere sottoposto a confisca in quanto bene di una congregazione ecclesiastica soppressa; riuscì a salvarlo l'intervento di Stanislao Mattei, discepolo e successore di Martini, che riuscì a portare la collezione libraria nella sua abitazione privata facendola passare come parte del suo patrimonio personale.
Solo più tardi il prezioso patrimonio bibliografico giunse nell'archivio del Liceo Filarmonico, istituito nel 1804 nell'ex complesso degli Agostiniani di San Giacomo Maggiore, sotto forma di dono al Municipio di Bologna, che annunciato nel 1816 fu perfezionato solo nel 1827, due anni dopo la morte di Mattei.
La biblioteca si accrebbe sensibilmente nel corso dell'800 e della prima metà del '900, grazie non solo al deposito dei materiali prodotti dall'attività didattica del Liceo (furono allievi del Liceo numerosi personaggi illustri, tra i quali Rossini, Donizetti e Respighi e ne furono direttori Mancinelli, Martucci e Busoni), ma anche agli acquisti mirati di volumi rari e di pregio voluti da Gaetano Gaspari, nominato bibliotecario nel 1855. Questi diresse la Biblioteca per molti anni con uno zelo e una sapienza singolari, riuscendo, dopo anni di impegno e di fatiche costanti, a ordinare e schedare in modo esemplare tutto il materiale librario (da cui la pubblicazione postuma del Catalogo della Biblioteca del Liceo Musicale di Bologna che porta il suo nome, ora disponibile on line).
Nel 1942, allorché il Liceo musicale venne trasformato in istituzione statale - Regio Conservatorio di Musica - il Comune di Bologna scelse di mantenere la proprietà della collezione libraria e della annessa quadreria, per la cui conservazione e valorizzazione è stato istituito nel 1959 il Civico Museo Bibliografico Musicale, che dal 2004 è stato assorbito dal Museo internazionale e biblioteca della musica.