la moda etica di Christina Kim

Naturale, rigenerato, fatto a mano

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Nata da un progetto dell'ISA (Istituto di Studi Avanzati dell'Università di Bologna) in collaborazione con il Comune di Bologna e con il Museo internazionale e biblioteca della musica, la mostra presenta per la prima volta a Bologna i progetti e le idee di Christina Kim, clothing designer di Los Angeles di origine coreana e creatrice della linea dosa. Il progetto di Christina Kim riprende e amplia le idee portanti della sua esperienza di designer: il livello artistico degli oggetti fatti a mano e l'integrazione di tessuti riciclati e di tecniche tradizionali nella produzione di abiti moderni, sia nelle collezioni classiche che esclusive.
Fino al 6 luglio i visitatori potranno quindi ammirare il lucernario di Palazzo Sanguinetti decorato dalla cascata di Milagro di Mona, un'installazione di cuori, stelle e lune luccicanti realizzati con i più piccoli avanzi tessili dalle donne indiane di Ahmedabad, così come il pannello interamente cucito a mano che richiama temi e colori della sala alla Boschereccia, fino all'omaggio ad Hans Frei costruttore del lituo tenore esposto in Museo e celebrato con un abito dalla storia molto particolare: nel 1996 Christina scrisse a macchina alcuni racconti su quadrati di seta, che vennero cuciti a caso per realizzare delle sciarpe ognuna diversa dall'altra. I quadrati con gli errori di battitura non vennero usati nella produzione e rimasero negli archivi di dosa per anni. Ispirata dal liuto Frei Christina ha recuperato tutti i pezzi e li ha tinti nel the, creando il suo tule dress sospeso nella sala 9.
Nel mese di maggio 2008, l'ISA (Istituto di Studi Avanzati dell'Università di Bologna), diretto dal Prof. Dario Braga, in collaborazione con il Comune di Bologna e con il Museo internazionale e biblioteca della musica, a conclusione del focus group Creativity, Technology, and Design, organizza un evento di grande rilevanza nel campo della moda e del design, presentando per la prima volta a Bologna un progetto di Christina Kim, clothing designer di Los Angeles di origine coreana e creatrice della linea dosa. Il progetto consiste in una mostra presso il Museo della Musica e in tre installazioni nel centro di Bologna.

Il progetto

Il progetto che Christina Kim presenta a Bologna riprende e amplia le idee portanti della sua esperienza nel campo del design: il livello artistico degli oggetti fatti a mano, e l'integrazione di materiali riciclati e di tecniche tradizionali nella produzione di abiti moderni, sia standardizzata che in esclusiva. I modelli della Kim si ispirano alle idee contemporanee sull'abbigliamento e si basano sulla comprensione, spesso tattile, dei processi di produzione, soprattutto per quanto riguarda la lavorazione a mano e le tecniche regionali. Nella maggior parte del suo lavoro Christina Kim si serve di materiali naturali e di stoffe prodotte in modo tradizionale; il suo scopo è quello di creare una moda che sia etica ed ecologicamente sostenibile e, al tempo stesso, di esplorare nuove possibilità di design nelle comunità artigianali dall'India al Messico. Si tratta di un progetto di grande attualità perché unisce la moda sia all'artigianato sia alla tecnologia, proprio nel momento in cui la globalizzazione dei mercati rischia di far precipitare nell'oblio le antiche tecniche e i saperi tradizionali.

La mostra

La mostra nel museo illustra in modo dettagliato la storia dei progetti di recycling della linea dosa. Una sezione della mostra, La vita del Jamdani, è focalizzata sul ciclo d'uso di questo tessuto e ne segue l'evoluzione dalla sua ispirazione originale come stoffa tradizionale indiana, tessuta a mano per i sari, fino al prodotto riciclato dalla produzione dell'abito dosa. Verranno trattate simultaneamente questioni di memoria-conservare pezzi di stoffa significa mantenere in vita i ricordi-e problemi che riguardano i materiali-perché apprezziamo certi oggetti, di quali materiali abbiamo bisogno, con quali materiali desideriamo lavorare. In ultima analisi, la mostra invita a riflettere sull'ispirazione del design, sul suo processo e sulla sua natura. Collaboreranno all'allestimento due nomi di rilievo del design internazionale: Karen Spurgin, textile designer inglese e Nelson Sepulveda, art director del trend magazine Bloom.

Le installazioni in città Le installazioni all'aperto verranno esposte in spazi pubblici ad alta frequentazione pedonale

>Palazzo della Mercanzia
>Portico della Morte in Via de' Musei
>Arco fra Pavaglione e via Clavature

L'idea è di scoprire le installazioni camminando per la città. Le installazioni consistono in banderas, stendardi da preghiera, e in milagros, ex-voto messicani a forma di cuore, disposti in semplici geometrie secondo la stoffa e il colore. Le bandiere indiane Bandhani e gli ex-voto sono ricavati da scampoli di stoffe fatte a mano riciclati dalla produzione di vestiti; le bandiere di carta sono fatte a mano con materiale naturale. Le installazioni pubbliche potranno costituire l'occasione per un incontro occasionale e inaspettato con l'arte al di fuori dalle istituzioni, suggerendo al contempo serie riflessioni su temi di grande rilevanza: la trasformazione di un oggetto, o di un materiale, da frammento a oggetto artistico, attraverso il cambiamento del contesto che lo circonda.

La donazione al Museo

La mostra ha registrato un grande successo di pubblico: prorogata dal 10 giugno al 24 agosto ha registrato oltre 9000 presenze. Il successo ottenuto ha indotto Christina Kim e i suoi collaboratori a dare ulteriori sviluppi al progetto iniziale: dall'esperienza della mostra bolognese nascerà un catalogo con un'ampia selezione fotografica sul lavoro realizzato per il Museo della musica. Inoltre, tra la serie di installazioni realizzate per la mostra e fortemente ispirate agli spazi espositivi del Museo della musica e ad alcuni oggetti in essi contenuti, due in particolare sono state giudicate dalla designer così strettamente connesse al Museo della musica da indurla a farne dono al Museo stesso.
I visitatori del Museo potranno così continuare ad ammirare i Mona's Milagros, un'installazione di cuori, stelle e lune luccicanti, realizzati con i più piccoli avanzi tessili riciclati della linea dosa da un gruppo di donne indiane organizzate dalla SEWA (Self Employed Women's Association) di Ahmedabad, che adorna a cascata il lucernaio di Palazzo Sanguinetti, e il Campione fatto a mano, un pannello trasparente di tessuti sovrapposti creato appositamente per la Sala alla boschereccia, che richiama sia i temi musicali sia i temi degli affreschi delle pareti. Prove di campionatura fatte a mano sono cucite insieme a formare un sofisticato collage: un nastro di metallo dorato usato per rappresentare alcuni elementi degli strumenti antichi esposti nel Museo, il logo del Museo ricamato in filo d'oro, lustrini di mica e paillettes, filato di seta, farfalle, uccelli e fiori dipinti a mano sulla seta riflettono la fantasia silvestre degli affreschi. 

Dal 10 Maggio al 24 Agosto 2008
ingresso incluso nel biglietto del museo

Informazioni sull'evento

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