prima proiezione del film di Georg Brintrup (Italia, 2009, 52', produzione: ZDF / ARTE)

Palestrina Princeps Musicae

(Clicca sull'immagine per visualizzarla a tutto schermo)

inserita nell'edizione 2009 di Venite Pastores

Quando Giovanni Pierluigi da Palestrina (Ioannes Petrus Loisius Praenestinus, ca.1525-1594) morì, lasciava ai posteri un'eredità di quasi mille composizioni.
Questo film mira a far percepire il ponte ideale che ci unisce alla musica del compositore, per mostrare come la eco del suono da lui creato è in grado di impressionare la coscienza moderna. Con l'ausilio della tecnica video ad alta definizione ho cercato di trasmettere la vitalità della sua arte musicale e di far comprendere perché Palestrina fu elevato a "Principe della musica". Nella cultura occidentale i suoi capolavori sono come gli affreschi di Michelangelo e di Raffaello, i drammi di Shakespeare o le scoperte di Galileo. Di fronte ad essi i rumori e il frastuono del quotidiano contemporaneo si mostrano per quello che sono: una patina di polveri sottili che inquinano la vera forza vitale che è nello spirito dell'uomo. E la musica di Palestrina può risvegliare quella forza: stimolando la fantasia sembra capace di muovere i granelli di polvere, sospesi nei raggi di luce, come se fossero pianeti dell'Universo; di rendere le stelle gocce in un oceano di silenzio; di mutare un edificio del Rinascimento in un'architettura minimalista di oggi.
Nel film il protagonista non appare sempre "in persona", ma incontriamo i suoi amici e i suoi nemici che ci rivelano i diversi aspetti dell'uomo e dell'artista. Biografia, tecnica della composizione, logica sottesa alle azioni e alle scelte sono presentati attraverso la luce riflessa dei suoi contemporanei che pronunciano commenti o semplicemente ricordano fatti salienti: membri del clero romano, principi, musicisti, alcuni dei suoi ex-allievi, i suoi familiari, e infine un moderno maestro di cappella nella Roma di oggi, che ho voluto riprendere sul campo, mentre è al lavoro con i suoi cantori. Interventi preziosi al fine di contestualizzare l'artista e la sua opera in un ambiente di grandi contraddizioni e tensioni ideali, artistiche, sociali, religiose.
Un gruppo di voci maschili eseguono i brani sia in dodici, sia a "parti reali" a sei, cinque o quattro voci; i solisti non vengono ripresi in maniera fissa in mezzo allo spazio delle chiese e degli altri luoghi, ma sono "attori", nucleo/centro e nello stesso tempo elemento unificante del film: un corpo risonante che poi può anche essere "sezionato", perché ogni voce è indipendente dalle altre e può essere a sé. Il gruppo "commenta" acusticamente la biografia di questo grande maestro, presentando sia alcune delle opere più famose, ma anche composizioni meno conosciute.
La musica di Palestrina si trova sempre sulla soglia, in quello spazio magico dove regna l'assoluto silenzio, dove tutto è sospeso, dove ciascuno è capace di aprirsi oppure di chiudersi; dove è visibile l'ambiguità della vita stessa. Da qui muove e si sviluppa la suspense del film. Saranno poi le immagini a condurre alla musica, a mettere la musica in scena. [Georg Brintrup]

La colonna sonora, più di quaranta minuti di musica sacra e profana del grande polifonista del Rinascimento è affidata all’intensa interpretazione di Flavio Colusso con l’Ensemble Seicentonovecento e la Cappella Musicale di San Giacomo. Nel cast degli attori da segnalare Giorgio Colangeli, Domenico Galasso, Franco Nero, Remo Remotti, Renato Scarpa.

Alla proiezione seguirà una conversazione con Georg Brintrup, autore e regista del film, Flavio Colusso e il musicologo Johann Herczog, consulente scientifico della produzione.

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