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Una grande scritta luminosa segna l’ingresso a Popular Fiction, una installazione site specific ideata da Annamaria Tina a cura di Leonardo Regano per il Museo internazionale e biblioteca della musica.
Fiction/Finzione come rimando ironico ed esplicito al linguaggio televisivo. L’arte si confronta con l’intrattenimento. La pubblicità e la propaganda del mondo contemporaneo, unico e globale, sono accostate ad una sempre più diffusa volontà di recupero delle tradizioni e della cultura locale.
La TV è scelta come allegoria di un mondo in cui si parla di massa e di cultura popular, esempio di comunicazione che raggiunge tutti in maniera indistinta.
La TV ha raggiunto una propria forma di democratizzazione del sapere, nonostante la mancanza di ogni pratica di interazione. E’ il nonsense di un passato che non si è ancora del tutto concluso.
Internet è il simbolo di un futuro che ancora arranca. Un mezzo di comunicazione che spalanca le sue porte verso un nuovo sistema di cultura idealmente aperto e self-service.
Ma c’è ancora chi è fuori da questo flusso di byte e la connessione verso un sapere diffuso e libero resta solo un’illusione. E nel mezzo il presente, investito da una crisi economica che minaccia ogni forma di sostentamento alla cultura.
La Repubblica si impegna a promuovere lo sviluppo della cultura per Costituzione e ne cancella lo studio dai programmi scolastici. Musei e centri culturali sono lasciati soli a rispondere ad una domanda partecipativa di base sempre più necessaria. Il ’68 ci ha insegnato il ruolo della cultura come collante sociale, come mezzo per creare un’identità collettiva contemporanea.
Cosa rimane oggi delle esperienze di partecipazione creativa degli anni Ottanta e Novanta? Il centro storico restaura i suoi palazzi e rinnova le sue piazze, ma si resta ingabbiati in un flusso in cui prevale la logica del mercato e del commercio, dove mancano le occasioni concrete per un incontro con l’altro. Un incontro fondamentale per stimolare il senso di appartenenza ad una città in cui non esistono più discriminanti sociali e etniche forti, ma le culture si sovrappongono, si mescolano e si confondono, nell’impossibilità di tradursi in un sistema unico.
«Popular Fiction» è un racconto corale, la trasmissione e la riappropriazione di narrazioni personali e collettive.
Al centro del suo intervento, AnnaMaria Tina pone la città intesa come luogo contenitore di esperienze e di relazioni sociali. Bologna è assunta come paradigma culturale del momento presente. L’assetto della città in continua evoluzione, le urgenze sociali causate dall’allargarsi dei suoi confini, il sorgere di nuove esigenze in una società in continuo e accelerato cambiamento sono la cornice entro cu si iscrive il suo lavoro, un dibattito sulla voglia di interazione, di riappropriazione e di trasmissione di percorsi cognitivi personali e collettivi.
In occasione della ART CITY White Night, sabato 24 gennaio sono previsti due interventi performativi alle ore 20.00 e alle ore 22.00 con ingresso consentito fino ad esaurimento posti.
Ciascun performer è stato invitato a scegliere una frase, uno slogan, un brano da un testo in cui ritiene di riconoscersi, nella convinzione che è cultura ciò in cui ci si identifica e che struttura l'agire quotidiano. I testi sono tra i più disparati, spaziano dalla saggistica al fumetto, dalla poesia a brani religiosi, erotici o di qualsiasi altro tipo. Particolare cura è posta nel creare un gruppo di performers multiculturale (mescolanza di lingue), specchi della realtà sociale della città. La performance seguirà uno schema compositivo di tipo musicale, omaggio al luogo che la ospita.
AnnaMaria Tina, laureata nel 2004 all'Accademia di Belle Arti di Bologna con tesi in teoria e metodo dei mass media. Nel 2012 è selezionata per Residenza EU PA, European Public Art Project, Jesolo, in partnership con University Of Arts London, College ST. Martin, KIBLA Multimedia Center (Maribor SL) e CIANT- Centro Internazionale d'arte e new tecnologies (Prague CZ),a cura di Scott Burnham.Nel 2011 è selezionata per Aelia Media, scuola di giornalismo d’arte e broadcasting itinerante, a cura di Julia Draganovic e Claudia Loeffelholz, Villa delle Rose, Bologna, in collaborazione con Mambo e Regione Emilia Romagna.Tra i suoi ultimi appuntamenti: 2014, ideazione e sviluppo del progetto indipendente “wave equation_pratiche di attivazione” con Katia Baraldi; “Lenti divergenti sulle social practices. Case Study Bologna”, Art City 2014 in collaborazione con Bologna Fiere.
Leonardo Regano, storico dell'arte e curatore specializzato in progetti di arte ambientale e relazionale, ha lavorato per Istituzioni museali come la Collezione Maramotti di Reggio Emilia e per il percorso museale bolognese Genus Bononiae - Musei nella Città. Tra giugno e settembre 2012 ha collaborato al progetto “Quatre”, un percorso d’arte contemporanea a cielo aperto nei territori delle Hautes Vallées della regione PACA (Francia) per l’Associazione Voyons Voir | Art contemporain et territoire di Aix en Provence. Attualmente è direttore artistico del progetto di "Renkontigo - Incontri tra Arte e Territorio", un progetto di valorizzazione del territorio tramite l'arte contemporanea pensato per la regione Puglia.
Dal 20 al 25 Gennaio 2015
OPENING
20 gennaio ore 19.00 - 21.00
PERFORMANCE
24 gennaio ore 20.00 e ore 22.00
Orari di apertura straordinari per ART CITY Bologna:
venerdì 23 gennaio ore 9.30 >20.00 | sabato 24 gennaio ore 10.00 > 24.00 | domenica 25 gennaio ore 10.00 > 20.00
ingresso gratuito
Informazioni sull'evento