REWIND<< 50 anni di Fender in Italia

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Tre anni fa il Museo della Musica di Bologna ospitò Love Me Fender, mostra-omaggio al mito di questa fantastica chitarra attraverso le opere di diversi artisti contemporanei chiamati a dialogare con la musica rock. Ecco oggi la seconda tappa di un viaggio che, ancora una volta, unisce suoni e visioni, musica e immagini: Rewind. 50 anni di Fender in Italia, un progetto di Casale Bauer e del Museo della musica a cura di Luca Beatrice.
La mostra analizza l’ultimo mezzo secolo di cultura musicale e visiva italiana mettendo a confronto il mondo dell’arte con quello della musica, con un percorso che si snoda su tre differenti livelli di lettura: le Fender customizzate e reinterpretate da artisti italiani e internazionali dialogano, in un allestimento ricco di spunti e memoria, con gli elementi visivi e scenografici, memorabilia originali e le fotografie di Guido Harari, Efrem Raimondi, Caterina Farassino e Paolo Proserpio, a disegnare una sorta di italica time line a partire dal 1962, debutto di Fender in Italia.
Ma Rewind sarà anche musica dal vivo, con la rassegna dei concerti di 3 storici artisti targati Fender ed espressioni tangibili del crossover tra arte e musica: Roberto Formignani, Dendy Bestia e Giorgio Cavalli.
Tutto questo è Rewind, quindi: uno sguardo in retrospettiva, come quando si avvolge il nastro delle vecchie audiocassette che fino a non troppo tempo fa costituivano il supporto ideale della musica in viaggio, che si tuffa nel presente e ipotizza scenari futuri.
"Questa mostra propone delle suggestioni legate agli ultimi cinquant'anni di storia italiana, non una loro ricostruzione. Grazie a Fender le chitarre diventano fulcro di un percorso più ampio all'interno del quale si incrociano, a tempo di rock, miti, stili di viti, ideali" spiega Luca Beatrice.
Il punto di partenza consiste nelle Fender customizzate e reinterpretate da ventidue artisti italiani e internazionali chiamati a dare una loro lettura del mito. Gli stili e i linguaggi adoperati sono molto diversi, dalla pittura figurativa all’arte concettuale, dall’oggetto all’installazione, dalla street painting alla sound art. In mostra gli italiani Dario Arcidiacono, Alessandro Baronciani, Emanuele Becheri, Carlo Benvenuto, Davide Bertocchi, Valerio Berruti, Cuoghi Corsello, Marica Fasoli, Matteo Fato, FranKo B, Anna Galtarossa, Enrico Ghinato, Ugo Nespolo, KayOne, Giorgio Ortona, The Bounty Killart. Spicca la presenza di artisti internazionali quali Anthony Ausgang, nato a Trinidad e Tobago ma californiano d'adozione, l'inglese Chris Gilmour, l'argentino Daniel Gonzalez, Hubertus Von Hohenlohe, che vive e lavora a Vienna, il tedesco Hermann Pitz.
Nelle sale storiche del Museo della Musica queste inedite Fender d’autore dialogano, in un allestimento ricco di spunti e memoria, con gli elementi visivi e scenografici di una microstoria della musica italiana, che parte dall’inizio degli anni ’60 e arriva a oggi, senza seguire un ordine cronologico ma stilistico, a conferma del fatto che i fenomeni tendono a rincorrersi e riproporsi cambiando di segno.
Avremo così il Rock degli inizi di Adriano Celentano e dei seguaci di Elvis (Bobby Solo, Little Tony) e quello contemporaneo, di Vasco e Ligabue, dei Litfiba e degli Afterhours, ma anche il rock che si incontra con il pop nelle canzoni degli Stadio o di Cesare Cremonini; le "voci" dei grandi interpreti italiani, da Gianni Morandi a Tiziano Ferro, da Mina a Laura Pausini; la lunga tradizione del pop melodico che parte da Claudio Baglioni e giunge fino a Biagio Antonacci; una serie di fenomeni alternativi, il Beat (dal Piper alla contestazione del ’68), la psichedelia e il pop sinfonico (gli Area e i Pooh) l’indie rock, sia quelli duri e puri, sia quelli che incrociano il mainstream e il pop commerciale; largo spazio viene dato alla canzone d’autore, dalla prima scuola di Genova (Paoli, Tenco, Lauzi, Bindi) a quella di Milano (con Gaber), da Roma alla "via Emilia" di Guccini, Dalla, Carboni, Ron fino ai giovani Dente e Vasco Brondi; senza dimenticare le culture giovanili, capaci di trasformarsi in fenomeni di moda e di massa, come la dance, l’electropop, il rap e l’hip-hop. La storia degli ultimi cinquanta anni è infine ripercorsa attraverso la fotografia, con una serie di scatti di Guido HarariEfrem RaimondiCaterina Farassino e Paolo Proserpio, a disegnare una sorta di italica time line che parte appunto dal 1962, debutto di Fender in Italia.

Virgin Radio è stata scelta da Luca Beatrice e da Patrizia Bauer come radio ufficiale della mostra dedicata ai 50 anni di Fender in Italia.
All’interno del Museo verrà diffusa una specialissima colonna sonora selezionata ad hoc dai programmatori musicali dell’emittente.
Ma non è tutto! Attraverso un contest on-line su virginradio.it verrà offerta a tutti l’incredibile opportunità di aggiudicarsi premi firmati Fender insieme a biglietti di ingresso, cataloghi e merchandising della mostra.
Il catalogo della mostra Rewind >> 50 anni di Fender in Italia, a cura di Luca Beatrice, edito da M. Casale Bauer Editore, è in vendita presso il bookshop del Museo.

La mostra è promossa da Casale Bauer, Fender, Virgin Radio in collaborazione con Museo della musica e con il patrocinio di Regione Emilia Romagna, Comune di Bologna.
Sponsor Ceres, Wolkswagen

Inaugurazione ad inviti 15 novembre ore 19

Dal 16 Novembre 2012 al 3 Febbraio 2013
ingresso incluso nel biglietto del Museo

Gli eventi sono ad ingresso gratuito fino ad esaurimento posti

Informazioni sull'evento

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