Sulle tracce di Josquin in Italia

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a cura di Bologna Festival in collaborazione con Museo della Musica
progetto coordinato e condiviso con Ferrara Musica

Una conversazione introduttiva all’esposizione documentaria e ai concerti del progetto Josquin 1521 – 2021, nella ricorrenza del cinquecentenario della morte del compositore franco-fiammingo con Carlo Vitali, storico della musica e curatore dell'esposizione Josquin Desprez il principe dei musici e i musicisti Carlo Centemeri e Paolo Da Col

Famosissimo nella sua epoca, Josquin ebbe una carriera internazionale al servizio di re, duchi, cardinali e papi. Poco si sa però della sua vita: certa solo la data della sua scomparsa, 1521. Avvolti nel mistero anche le date dei viaggi sembra che tra il 1483 e il 1504 Josquin soggiornò per lunghi periodi in Italia, dove la scuola polifonica franco-fiamminga era considerata all’avanguardia e ai maestri d’oltralpe si offrivano impieghi prestigiosi. Tappe accertate dei suoi viaggi furono Milano, Roma e Ferrara, ipotizzate dai biografi Mantova e Firenze.
Non figura invece Bologna, benché sotto la signoria di Giovanni II Bentivoglio la città felsinea primeggiasse per fasto e mecenatismo fra le vicine corti rinascimentali del Norditalia. È da ricordare però che nell'autunno del 1506 papa Giulio II guidò un esercito contro Bologna, scomunicò Bentivoglio e lo costrinse all'esilio; con la conseguenza che una plebe fanatica devastò la sua maestosa reggia disperdendone gli archivi e le opere d'arte. 
Nel 1512 quando comincerà a fiorire la scuola musicale bolognese - con la nomina di Giovanni Spataro a maestro di canto presso la basilica di San Petronio - Josquin aveva già lasciato l'Italia ma, grazie anche alle stampe di Ottaviano Petrucci e di Andrea Antico, l'ammirazione per il suo magistero in tutti i generi di musica sacra e profana dilagava ormai in tutt'Europa, guadagnandogli l'epiteto onorifico di "princeps musicorum".
Tanta era la sua fama che già nel 1502, ai primi albori della stampa musicale, Petrucci scelse di dedicare un intero libro di cinque Messe a un solo autore e lo intitolò Misse Josquin, sicuro che il solo nome di battesimo bastasse a garantirne, come infatti avvenne, lo smercio e le ristampe.
Fossero musicate in latino, francese, italiano (o talora in una miscela di queste lingue), le Messe, i mottetti, le chansons e le frottole firmate Josquin erano avidamente ricercate dai professionisti come dai dilettanti, a volte circolando in copie manoscritte di dubbia autenticità.
Fra misteri biografici e successi professionali senza precedenti, Josquin lasciò una durevole impronta sulla cultura rinascimentale a sud delle Alpi. Nel 1567, l'enciclopedico erudito fiorentino Cosimo Bartoli paragonava Josquin in musica a Michelangelo nelle arti figurative, definendo l'uno e l'altro "mostro della natura". (C. Vitali)

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