a 70 anni dalla prima delle Metamorphoses after Ovid di Benjamin Britten
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a cura del Collettivo In.Nova fert
live>Rebecca Roda oboe
Marco Pedrazzi pianoforte e voce narrante
Le Metamorfosi di Ovidio prendono consistenza sonora nei brani che Benjamin Britten ha scritto per il timbro fascinoso e versatile dell’oboe nel 1951. Ammirando la veste grafica che ne diede Pablo Picasso, scopriremo i grandi capolavori del ‘900 per oboe ascoltando Pan suonare la propria amatatrasformata in flauto, la frenesia di Fetonte sul carro del sole, Narciso che ammira se stesso, il corteo del ribelle Bacco...
Rebecca Roda ha iniziato la sua carriera musicale facendo parte del Coro a voci bianche del Teatro Comunale di Bologna, con cui ha partecipato nell’ottobre 2008 al concerto diretto dal maestro Claudio Abbado con l’Orchestra Mozart. Ha intrapreso poi lo studio dell’oboe, conseguendo il Diploma Accademico di Secondo Livello presso il Conservatorio “G.B.Martini” di Bologna sotto la guida di Marino Bedetti e in seguito il Diploma Accademico di Secondo Livello in Musica da Camerapresso il Conservatorio “A. Boito” di Parma, sotto la guida di Pierpaolo Maurizzi. Attualmente frequenta un corso di specializzazione di oboe tenuto dal maestro Christoph Hartmann presso l’Accademia di Alto Perfezionamento de “I Musici di Parma”.
La sua attenzione verso la musica contemporanea l’ha vista nel novembre 2019 con l’Ensemble Suono Condiviso del Conservatorio di Parma alla VII Edizione de Il suono svelato nel concerto intitolato Maderna eclettico. Nel mese di febbraio 2020 in una ripresa di Maderna eclettico, questa volta presso il Museo del Novecento di Milano e organizzato dalla SIMC (Società Italiana Musica Contemporanea). Con l’associazione di musica contemporanea In.Nova Fert ha partecipato, nello stesso mese, al Teatro San Carlo di Modena, al concerto Ri-cercando Ligeti. Dal 2017 collabora per concerti e allestimenti di opere con le orchestre: I Musici di Parma Orchestra, Orchestra Bazzini Consort, Orchestra Sinfonica delle Alpi, Orchestra Ritmico Sinfonica Italiana, EICO Europa InCanto.
Marco Pedrazzi comincia lo studio del pianoforte fin da bambino con Marco Ghilarducci, laureandosi poi nel 2016 con lode e menzione d’onore sotto la guida di Massimo Neri presso l’ISSM Vecchi-Tonelli di Modena, e specializzandosi nel 2019 in musica da camera con Pierpaolo Maurizzi presso il Conservatorio A. Boito di Parma e con Claudio Pasceri presso l’Accademia di Musica di Pinerolo. Ha suonato per importanti enti concertistici in italia e all’estero, ed è il pianista stabile di AltreVociEnsemble con cui ha all’attivo alcuni prime esecuzioni di importanti compositori contemporanei ed alcuni dischi in lavorazione. Come compositore ha scritto su commissione per festivals quali “FestivalFilosofia” di Modena, “EstOvest Festival” ed “Erre Pomeriggi” di Torino, “BolognaModern”, “Corti Chiese e Cortili” ed “AngelicA” di Bologna, “Music as Play” di Como, nonché per le rassegne dell’Instituto Villa-Lobos di Rio de Janeiro, e per le Università di Melbourne e Sydney. La collaborazione con i registi Lorenzo Stanzani e Mauro Bartoli lo ha portato a comporre le colonne sonore dei documentari “Quanto resta della notte?” (RAI, 2012), “Secondo lo Spirito” (TV2000, 2018), “Pascoli narratore dell’avvenire” (2019) ed infine “The Forgotten Front” (RAI2, 2020) eseguita e registrata dall’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna. Fra i suoi lavori più recenti vi è la colonna sonora del film “Before the World Set on Fire” diretto dalla regista americana Jaclyn Bethany, vincitrice di un Emmy Award. Dedito alla divulgazione musicale, insegna pianoforte e musica d’insieme a tutti i livelli ed è fondatore del Collettivo In.Nova Fert.
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ultimamusica
musiche “inaudite” di questo (e altri) secoli
Il “secolo breve” a ben vedere non lo è stato poi così tanto, se al suo interno è riuscito a contenere espressioni artistiche lontane, diversissime tra loro e a volte addirittura contraddittorie, in ogni caso segnanti.
E a distanza di vent’anni, il Novecento in musica si porge così ai nostri occhi, ma soprattutto alle nostre orecchie: un’epoca fremente, impetuosa, a tratti problematica e avvolta in una mitologia tutta da conoscere.
Sei appuntamenti dedicati ai linguaggi, ai protagonisti, alle idee, alle curiosità e agli strumenti che contraddistinguono la “contemporanea“ di oggi e del secolo appena passato.
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