a 300 anni dalla prima esecuzione della Passione Secondo Giovanni di J.S. Bach
(Clicca sull'immagine per visualizzarla a tutto schermo)
con Pier Francesco Miccichè e Maria Borghesi
a cura di Athena Musica
in collaborazione con Società Bachiana Italiana
A 300 anni dalla sua prima esecuzione, la Passione secondo Giovanni di J.S. Bach continua a coinvolgere, stupire, incantare ed emozionare.
Questa partitura è capace di far commuovere sin dal primo ascolto, invitando a uno studio appassionato, a una ricerca costante che permetta di coglierne pienamente la ricchezza.
Nel 2024 la Società Bachiana Italiana ha tentato di raccontarla a pubblici diversi tramite l’approfondimento musicologico, la contestualizzazione delle fonti e delle prassi esecutive, l’analisi della partitura e del libretto, il dialogo con la teologia e con la cultura dell’epoca di Bach e della contemporaneità.
Attraverso l’incontro concreto e inaspettato con esemplari della collezione del Museo della musica, si porterà lo spettatore in un viaggio “appassionato”, con un linguaggio semplice che possa vincere il timor sacro che spesso si prova nell’accostarsi a una partitura monumentale, cronologicamente e culturalmente distante dalla nostra contemporaneità, e la cui comprensione del testo è resa difficoltosa dalla lingua (straniera) e dal linguaggio.
Maria Borghesi è docente di storia della musica al Conservatorio di musica “A. Pedrollo” di Vicenza. Diplomata in pianoforte e laureata in musicologia (Università di Pavia, Cremona), ha conseguito il dottorato di ricerca alla Hochschule für Musik “C. M. von Weber” di Dresda.
Ha fondato la Società Bachiana Italiana, della quale è vicepresidente e responsabile dell’area ricerca; dal 2021 è membro del gruppo di ricerca Musica, politica ed estetica di Athena Musica. È stata chair di convegni internazionali e ha presentato relazioni scientifiche in Italia e all’estero. Ha pubblicato contributi in volumi collettivi e riviste scientifiche peer-reviewed, è co-curatrice del volume Bach e l’Italia. Sguardi, scambi, convergenze (LIM, 2022) ed è stata curatrice ospite de «Gli Spazi della Musica» per un numero sull’eredità del Clavicembalo ben temperato (2023). I suoi interessi di ricerca si concentrano su fenomeni di ricezione culturale, studi di bibliografia testuale, storia dell’industria musicale.
Pier Francesco Miccichè è dottorando in Filosofia presso l’Università del Piemonte Orientale – Consorzio FINO. Dopo aver compiuto studi musicali, ha conseguito la laurea magistrale in Filosofia e Forme del Sapere presso l’Università di Pisa, specializzandosi in filosofia della musica. La sua attività di ricerca si è concentrata sulla metafisica della musica di Schopenhauer, sul rapporto musica-emozioni nella filosofia contemporanea e sulla venerazione di Emil Cioran per J.S. Bach. Si occupa di divulgazione musicale a mezzo radio, social e giornali, ed è stato membro dei comitati organizzativi dei convegni musicologici internazionali “Bach e l’Italia” (2020) e “Il Clavicembalo ben temperato 300 anni dopo” (2022). È socio di diverse società musicologiche e responsabile della comunicazione per la Società Bachiana Italiana.
Per Athena Musica ha pubblicato i saggi Gli aforismi di argomento musicale da Schopenhauer a Cioran nel volume Il discorso musicale; La musica e i suoi generi testuali nella storia (Torino, Accademia University Press, 2023, a c. di F. Finocchiaro, P. Gozza e S. Lombardi Vallauri) e Il debito di Dio. A proposito del Bach di Cioran in Musica e Trascendenza (Torino, Accademia University Press, 2025, a cura di E. Lisciani-Petrini e L. Wuidar).
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ri-Creazioni - le collezioni museali raccontate è la rassegna di incontri in cui gli esperti di Athena Musica, in collaborazione con il Museo della musica, sono chiamati a ri-creare il volto delle collezioni museali – strumenti musicali, dipinti, spartiti, libretti d’opera, libri a stampa o manoscritti, e quant’altro – attraverso le loro storie, raccontate dalla viva voce dello studioso.
Al termine di ogni ri-Creazione, una breve "incursione" nelle collezioni ci farà scoprire dal vivo il documento oggetto dell'incontro, per un'esperienza che diviene così al tempo stesso la ricreazione della mente di chi ascolta, della parte dimenticata del passato che ci appartiene.
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