a 50 anni dalla prima di Vox Balaenae di George Crumb
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a cura del Collettivo In.Nova fert
Clara Cocco flauto
Mattia Cipolli violoncello
Marco Pedrazzi pianoforte
Francesca Tisano voce recitante
Vox Balaenae è una suggestiva composizione di George Crumb del 1971 in cui i tre strumentisti devono suonare bendati e immersi in una soffusa luce blu. Con questa rara esecuzione si chiude il continuum di parole e musica in cui la voce narrante di Francesca Tisano interpreterà brani di autori che hanno indagato il rapporto fra uomo e natura: da Zanzotto a Valéry, da Calvino ad Ovidio e a Thoreau.
Clara Cocco inizia lo studio della musica giovanissima presso la scuola civica del suo paese Sinna, in Sardegna, partecipando alla Banda Giuseppe Verdi. Successivamente, l’ingresso al Conservatorio di Cagliari, dove frequenta vari maestri di flauto, Francesco Loi, Michel Bellavance, Riccardo Ghiani e attività quali l’orchestra Giovanile del M° Elisabetta Maschio e il Coro delle Voci Bianche del Teatro Lirico di Cagliari diretto dal M° Enrico Di Maira. Conseguiti il diploma di maturità scientifica e di flauto tradizionale nell’anno 2012, si trasferisce a Bologna per studiare al Conservatorio G.B. Martini sotto la guida di Annamaria Morini. In questo periodo avrà modo di collaborare con l’orchestra Dalla Classica e con l’orchestra del Collegium Musicum Almae Matris. Dopo il conseguimento della Laurea in Discipline della Musica e del Teatro, prosegue il suo impegno musicale collaborando con varie ensemble del territorio, quali Compagnia Inoltre, Zerocrediti Ensemble, Istantanea Ensemble, In.Nova Fert. Parte di questo impegno viene spartito con l’insegnamento che attualmente esercita presso l’Istituto San Giuseppe e la Ricordi Music School di Bologna.
Mattia Cipolli ha cominciato gli studi presso l’Istituto Pareggiato Tonelli di Carpi, per poi passare sotto la guida del M° Giacinto Caramia. Dopo il diploma si e? perfezionato a Zu?rich con Luciano Pezzani e a Lugano con Robert Cohen. Dal 2005 al 2009 ha studiato col M° Tilmann Wick alla Musikhochschule di Hannover: dopo aver conseguito la laurea col massimo di voti, ha proseguito lo studio nella Soloklasse, ossia un master di perfezionamento solistico. Dal 2006 al 2009, inoltre, e? stato assistente del M° Wick. Dopo aver collaborato con diverse orchestre tedesche, fra cui la NDR Radiophilharmonie di Hannover, dal 2008 e? membro dell’orchestra del Teatro Comunale di Bologna. Nel 2009 ha fondato l'Ensemble Concordanze, di cui e? presidente e direttore artistico, la cui attivita? si concentra sulla diffusione della musica classica anche in realta? di forte interesse sociale come carceri, OPG, REMS, CIE, istituti psichiatrici e scuole di italiano per migranti. Dal 2009 ha avviato una intensa attivita? quale compositore, in particolare di colonne sonore e trascrittore.
Marco Pedrazzi comincia lo studio del pianoforte fin da bambino con Marco Ghilarducci, laureandosi poi nel 2016 con lode e menzione d’onore sotto la guida di Massimo Neri presso l’ISSM Vecchi-Tonelli di Modena, e specializzandosi nel 2019 in musica da camera con Pierpaolo Maurizzi presso il Conservatorio A. Boito di Parma e con Claudio Pasceri presso l’Accademia di Musica di Pinerolo. Ha suonato per importanti enti concertistici in italia e all’estero, ed è il pianista stabile di AltreVociEnsemble con cui ha all’attivo alcuni prime esecuzioni di importanti compositori contemporanei ed alcuni dischi in lavorazione. Come compositore ha scritto su commissione per festivals quali FestivalFilosofia di Modena, EstOvest Festival ed Erre Pomeriggi di Torino, BolognaModern, Corti Chiese e Cortili ed AngelicA di Bologna, Music as Play di Como, nonché per le rassegne dell’Instituto Villa-Lobos di Rio de Janeiro, e per le Università di Melbourne e Sydney. La collaborazione con i registi Lorenzo Stanzani e Mauro Bartoli lo ha portato a comporre le colonne sonore dei documentari Quanto resta della notte? (RAI, 2012), Secondo lo Spirito (TV2000, 2018), Pascoli narratore dell’avvenire (2019) ed infine The Forgotten Front (RAI2, 2020) eseguita e registrata dall’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna. Fra i suoi lavori più recenti vi è la colonna sonora del film Before the World Set on Fire diretto dalla regista americana Jaclyn Bethany, vincitrice di un Emmy Award. Dedito alla divulgazione musicale, insegna pianoforte e musica d’insieme a tutti i livelli ed è fondatore del Collettivo In.Nova Fert.
Marco Pedrazzi comincia lo studio del pianoforte fin da bambino con Marco Ghilarducci, laureandosi poi nel 2016 con lode e menzione d’onore sotto la guida di Massimo Neri presso l’ISSM Vecchi-Tonelli di Modena, e specializzandosi nel 2019 in musica da camera con Pierpaolo Maurizzi presso il Conservatorio A. Boito di Parma e con Claudio Pasceri presso l’Accademia di Musica di Pinerolo. Ha suonato per importanti enti concertistici in italia e all’estero, ed è il pianista stabile di AltreVociEnsemble con cui ha all’attivo alcuni prime esecuzioni di importanti compositori contemporanei ed alcuni dischi in lavorazione. Come compositore ha scritto su commissione per festivals quali “FestivalFilosofia” di Modena, “EstOvest Festival” ed “Erre Pomeriggi” di Torino, “BolognaModern”, “Corti Chiese e Cortili” ed “AngelicA” di Bologna, “Music as Play” di Como, nonché per le rassegne dell’Instituto Villa-Lobos di Rio de Janeiro, e per le Università di Melbourne e Sydney. La collaborazione con i registi Lorenzo Stanzani e Mauro Bartoli lo ha portato a comporre le colonne sonore dei documentari “Quanto resta della notte?” (RAI, 2012), “Secondo lo Spirito” (TV2000, 2018), “Pascoli narratore dell’avvenire” (2019) ed infine “The Forgotten Front” (RAI2, 2020) eseguita e registrata dall’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna. Fra i suoi lavori più recenti vi è la colonna sonora del film “Before the World Set on Fire” diretto dalla regista americana Jaclyn Bethany, vincitrice di un Emmy Award. Dedito alla divulgazione musicale, insegna pianoforte e musica d’insieme a tutti i livelli ed è fondatore del Collettivo In.Nova Fert.
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ultimamusica
musiche “inaudite” di questo (e altri) secoli
Il “secolo breve” a ben vedere non lo è stato poi così tanto, se al suo interno è riuscito a contenere espressioni artistiche lontane, diversissime tra loro e a volte addirittura contraddittorie, in ogni caso segnanti.
E a distanza di vent’anni, il Novecento in musica si porge così ai nostri occhi, ma soprattutto alle nostre orecchie: un’epoca fremente, impetuosa, a tratti problematica e avvolta in una mitologia tutta da conoscere.
Sei appuntamenti dedicati ai linguaggi, ai protagonisti, alle idee, alle curiosità e agli strumenti che contraddistinguono la “contemporanea“ di oggi e del secolo appena passato.
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