le trame della Follia nella musica barocca e popolare

Yo soy la locura

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concerto con Aria di Follia
Theresia Bothe (voce), Simone Colavecchi (chitarra barocca e tiorba), Luigi Polsini (viole da gamba), Paolo Rossetti Murittu (percussioni)

La follia è il tema musicale di origine portoghese scelto dal gruppo come simbolo della ricchezza e varietà di contrasti che ne caratterizzano lo stile e il repertorio.
Dai ritmi più concitati e stringenti ai lunghi, intensi respiri, dalla sottile dolcezza all’intensa disperazione, si scoprono composizioni senza tempo capaci di abbracciare l’ampio spettro emotivo che il Genio e la Follia umane possono mettere in musica.

Non c’è davvero spazio per la noia o la ripetitività, tanto ampio è lo spettro percorso dalla prodigiosa voce della Bothe, che si muove con sicurezza tra gli estremi, passando senza ambasce dal sussurro al grido, dall’allegria alla disperazione, dalla spensieratezza alla profondità, dalla lentezza all’estrema velocità, dalla dolcezza all’ingiunzione militare, con un’interpretazione che pur restando, come dicevamo, accuratamente filologica non disdegna di far apparire in filigrana esperienze desunte dal jazz e dalla musica contemporanea.
Il che fa sì, e non è poco, che questa musica apparentemente datata e lontana torni invece a parlarci, con testi a volte d’incredibile attualità e melodie sorprendenti per la loro freschezza.
 [Raoul Precht]

Tra percussioni varie, ritmi fantasiosi, e virtuosismi spericolati, a tirare il gruppo è soprattutto la vivace e poliedrica personalità musicale di Theresia Bothe, che innegabilmente sa come “bucare lo schermo”. Saltando repentina e acrobaticamente dalla disperazione alla tenerezza, dal dotto al popolare. [Amadeus, Massimo Rolando Zegna]

Aria di Follia è un gruppo costituito da quattro musicisti unici e particolari per le loro multiformi esperienze e sin dal loro primo incontro hanno trovato affinità e coesione dotando l'ensemble d’immediato carattere e viva personalità.
La voce fortemente espressiva di Theresia Bothe è sostenuta dal compatto e raffinato tessuto strumentale realizzato con straordinario affiatamento e virtuosismo da Simone Colavecchi alla chitarra barocca e alla tiorba, da Luigi Polsini alle viole da gamba e da Paolo Rossetti Murittu ai tamburi a cornice, nacchere e altre percussioni.
La scelta del nome sta a rappresentare la ricchezza e la varietà di contrasti che connota lo stile interpretativo e il repertorio del gruppo: dalla tenerezza più sottile alla disperazione più profonda passando per tutto l'ampio spettro emotivo che la follia umana messa in musica ci può offrire, la dinamica va dal pianissimo della sottigliezza di un sospiro al forte più appassionato o addolorato, l'agogica dai ritmi più concitati e stringenti a tempi dai lunghi, intensi respiri.
Il repertorio presentato dall'ensemble è vasto, ma centrali rimangono la musica del primo barocco e la musica popolare, tenendo presenti le connessioni che da sempre le uniscono.

PROGRAMMA

Henri de Bailly (1590–1637)
Yo soy la locura

Juan Arañés (?–1649)
El sarao de la chacona

Giovanni Stefani (ca. 1618–?)
L’amante felice

Juan Hidalgo (1614–1685)
Esperar, sentir, morir

Claudio Monteverdi (1567–1643)
Quel sguardo sdegnosetto

Girolamo Frescobaldi (1583–1643)
Se l’aura spira

Tarquinio Merula (1595–1665)
Foll’è ben chi si crede

Foriano Pico (XVII sec.)
Tarantella

Girolamo Frescobaldi
Così mi disprezzate

Giulio Caccini (1551–1618)
Dolcissimo sospiro

Andrea Falconieri (1585–1656)
La suave melodia

Girolamo Kapsberger (1580–1651)
Ite sospiri miei

Barbara Strozzi (1619–1677)
Che si può fare

Giulio Caccini
Dalla porta d’Oriente

Anonimo sefardita (XV sec.)
Por qué llorax blanca niña

Anonimo sefardita (XV sec.)
Adio querida

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