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Strumento   Vitus de Trasuntinis, Trectacordo [monocordo a quattro corde], Venezia, 1606
Inventario   1767
Rif. Catalogo van der Meer   n. 092 (=pp. 91-92)
Collocazione   Sala 4
Materiali: cipresso, ebano, avorio, pergamena, ferro.
La cassa, interamente di cipresso, con sagoma e sezione rettangolari consta d'un fondo, a cui sono applicate lateralmente le due fasce lunghe, delle fasce corte che sono inserite tra le fasce lunghe e che poggiano sul fondo, e della tavola armonica sovrapposta alle fasce. Una cornice superiore e una inferiore, entrambe modanate, sono applicate lateralmente alle quattro fasce. La cassa ha quattro piedi modanati. Il fondo porta la scritta in inchiostro nero TRECTA CORDO.
Le corde sono attaccate a quattro punte di ottone. Un blocchetto di cipresso in forma di trapezio isoscele coi lati concavi, con un bordo modanato, serve da ponticello sulla tavola. Questo blocchetto porta l'iscrizione in inchiostro nero VT/32. "VT" può essere interpretato come "ut" (antico nome per "do") o come iniziali di Vito Trasuntini. "32" si riferisce al 32° tasto della tastiera del cembalo che rende il Do2. Servono da tastiera 42 strisce di cipresso, tra le quali ci sono scanalature, in cui può essere immesso un ponticello, ora mancante. Invece dell'ultima striscia c'è un blocchetto di cipresso in forma di trapezio isoscele coi lati concavi. Questo blocchetto porta la scritta in inchiostro nero AL ONISONO, riferentesi indubbiamente al fatto che le quattro corde sono da accordare all'unisono. Nella tavola c'è una rosetta di legno su pergamena con un bordo di cipresso. La rosetta è geometrica, a base trilobata. Un blocchetto di cipresso in forma di trapezio isoscele coi fianchi concavi, con un bordo modanato, serve da ponticelo sul somiere. Il somiere ha quattro caviglie di ferro. Nelle scanalature tra le strisce di cipresso sono inserite placche di avorio con numeri neri: 33, 35, 36, 38, 39, 41, 43, 44, 46, 48, 49, 51, 53, 54, 56, 57, 59, 61, 62, 64, 66, 67, 69, 70 e 72; e placche di ebano con numeri dorati: 34, 37, 40, 42, 45, 47, 50, 52, 55, 58, 60, 63, 65, 68, 71 e 73.
Misure: lunghezza senza le cornici 665; larghezza senza le cornici 54,5; altezza senza i piedi 53; altezza coi piedi 70; distanza dall'estremità con le punte d'attacco al centro della rosetta (misurata senza cornici) 498; diametro della rosetta 31; lunghezza vibrante delle corde 531.
Osservazioni riguardanti l'accordatura: Questo monocordo serviva per accordare il clavicembalo di Vitus de Trasuntinis (inv. 1766, scheda 141 di questa collezione, alla cui descrizione si rimanda il lettore); è pervenuto con questo cembalo e contiene modanature che provano che il monocordo proviene indubbiamente dalla bottega di questo costruttore. Il cembalo ha l'ottava divisa in 31 parti e contiene 125 tasti numerati: Do 1, 32, 63, 94, 125; Rebb 2, 33, 64, 95; Do# 3, 34, 65, 96; Reb 4, 35, 66, 97; Dox 5, 36, 67, 98; Re 6, 37, 68, 99; Mibb 7, 38, 69, 100; Re# 8, 39, 70, 101; Mib 9, 40, 71, 102; Rex 10, 41, 72, 103; Mi 11, 42, 73, 104; Fab 12, 43, 74, 105; Mi# 13, 44, 75, 106; Fa 14, 45, 76, 107; Solbb 15, 46, 77, 108; Fa# 16, 47, 78, 109; Solb 17, 48, 79, 110; Fax 18, 49, 80, 111; Sol 19, 50, 81, 112; Labb 20, 51, 82, 113; Sol# 21, 52, 83, 114; Lab 22, 53, 84, 115; Solx 23, 54, 85, 116; La 24, 55, 86, 117; Sibb 25, 56, 87, 118; La# 26, 57, 88, 119; Sib 27, 58, 89, 120; Lax 28, 59, 90, 121; Si 29, 60, 91, 122; Dob 30, 61, 92, 123; Si# 31, 62, 93, 124.
Con l'ambito del "trectacordo" era quindi possibile accordare le note da Do2 a Mi3 (numero 73) del clavicembalo. Le altre note del cembalo erano poi accordate all'ottava.
Gli inserti di ebano coi numeri dorati corrispondono alle note diatoniche (Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si) e alle note cromatiche più usate all'epoca (Fa#, Do#, Sol#, Sib, Mib); quelli di avorio coi numeri neri invece alle altre note cromatiche (Re#, La#, Mi#, Si#, Lab, Reb, Solb, Dob, Fab) e a quelle con doppi diesis e bemolli. In questa sede non è possibile trattare la soluzione dell’accordo applicato da Vitus de Trasuntinis. Basta fare due osservazioni. In primo luogo le frazioni in cui sono divisi il tono e il semitono non sono uguali. In secondo luogo vogliamo accennare al fatto che le divisioni non corrispondono a un accordo mesotonico. Con quest'ultimo risulterebbero divisioni del tono in frazioni grande – piccola - grande - piccola - grande, e divisioni del semitono in frazioni grande – piccola - grande. Per esempio, il tono Do-Re sarebbe diviso in una frazione grande (Do-Rebb), una piccola (Rebb-Do#), una grande (Do#-Reb), una piccola (Reb-Dox) e una grande (Dox-Re). Così sarebbero divisi tutti i toni. Il semitono Mi-Fa sarebbe diviso in una frazione grande (Mi-Fab), una piccola (Fab-Mi#) e una grande (Mi#-Fa). Così sarebbe diviso anche il semitono Si-Do. Invece sul "trectacordo" tutti i toni sono divisi in una frazione piccola, due frazioni grandi, una piccola e una grande (dunque p-g-g-p-g invece di g-p-g-p-g), e i due sernitoni sono divisi in una frazione piccola e due grandi (quindi p-g-g invece di g-p-g).
Provenienza: benché non esista nessuna notizia in proposito, sembra probabile che questo monocordo, destinato al clavemusicum omnitonum, abbia sempre accompagnato questo cembalo con 31 tasti nell’ottava (si veda la scheda 141). In tal caso lo strumento fu - insieme al cembalo - in possesso di Giuseppe Baini (1775-1844), che lasciò il monocordo per testamento al Liceo Musicale.
Provenienza: Liceo Musicale (n. 25).
Bibliografia: MGG XIV, col. 1363 e tav. 75, 3.
Cenno biografico: si veda la scheda 141.
Riferimenti bibliografici