Strumento | Liuto tenore, Italia, sec. XVII | ||
Inventario | 1814 | ||
Rif. Catalogo van der Meer | n. 100 (=pp. 102-103) | ||
Collocazione | MdM | ||
Materiali: tasso, acero, conifera, ebano, pero, pioppo,
faggio, ottone. |
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La parte originale di questo strumento è in ogni caso il guscio. La tavola è antica, ma non è certo che appartenga a questo strumento. Anche il ponticello è antico, ma è possibile che fosse applicato in un'epoca posteriore. La sovrastruttura dello strumento risale probabilmente al secolo XVIII. La cassa ha una sagoma allungata (lunghezza = circa 1,6 volte la larghezza massima) ed è piuttosto piatta (altezza = circa 0,45 volte la larghezza massima).
Il guscio è composto di 23 doghe di tasso, separate da filetti di acero. Anche la calotta è di tasso. Quest'ultima porta la traccia d'un pezzo di legno in forma d'arco, in origine incollato all'estremità inferiore della cassa, ma ora mancante. La tavola è di conifera con un bordo di ebano. Tre rosette geometriche su base cruciforme sono ritagliate nella tavola, una più piccola di sopra, due più grandi di sotto. Il bordo delle rosette suggerisce una fune e dà l'impressione che un unico bordo circondi le rosette. Le rosette sono dorate, ma la doratura non è originale e risale probabilmente all'epoca dell'applicazione del cavigliere dorato. La tavola è continuata per un breve tratto sull'estremità inferiore della tastiera, con baffetti da entrambi i lati. L'attacco della tavola al guscio era ancora così solida che in occasione del restauro degli anni 1979-1983 non fu ritenuto necessario staccare la tavola dal guscio. Non si sa quindi nulla sulla disposizione delle catene. E possibile che dopo l'apertura della cassa risulti che questa tavola non apparteneva a questo guscio, ma in origine faceva parte d'un arciliuto o d'una tiorba con una tratta lunga tra i due caviglieri, il che spiegherebbe la presenza di tre rosette. Il ponticello non appartiene a questa tavola, ma sembra essere piuttosto antico (secolo XVII o XVIII). È di pero tinto nero con baffi, con fori per 10 ordini doppi e un cantino singolo (10 x 2 + 1). La sovrastruttura risale probabilmente al secolo XVIII. Il manico di pioppo tinto nero è corto e dà posto a soli sette legacci. Con una lunghezza di circa 250 mm avrebbe posto per otto, con una di 290 mm per nove legacci. Verosimilmente il manico originale aveva una lunghezza che raggiungeva approssimativamente una di queste misure. C'è una tastiera separata di ebano, piatta sul davanti. Come s'è già detto, la tavola è continuata sul manico per un breve tratto. Dai due lati di questa continuazione ci sono baffetti assai larghi, che suggeriscono che il manico attuale è più largo di quello originale. Il cavigliere piegato indietro ha pareti laterali probabilmente di pero, una parete posteriore di faggio, ed è interamente dorato. C'è una striscia di carta con stelle dorate sul davanti delle pareti laterali. Un motivo di tralci è inciso nella doratura sul retro, e vi è infisso un occhiello con un anello, entrambi di ottone, per appendere lo strumento. Nel cavigliere c'è posto per venti piroli. Indubbiamente il cavigliere, quando fu aggiunto, aveva una chiocciola per il cantino che, però, era andata perduta. La chiocciola attuale di pero è del restauro degli anni 1979-83. I 21 piroli con teste ovali e con un bottoncino in cima sono di pero. Il capotasto è di ebano. Dallo stato originale sopravvivono ancora due tasti di legno sulla tavola per gli ordini alti. Della vernice originale dello strumento, color marrone chiaro trasparente, sono conservate ancora alcune tracce. |
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Misure: lunghezza totale (senza il cavigliere piegato indietro e senza la chiocciola) 713; lunghezza del guscio 500; lunghezza della tavola 478; distanza tra l'estremità superiore della tavola senza la continuazione sul manico e il centro della rosetta superiore 134, i centri delle rosette inferiori 184, il bordo anteriore del ponticello 385; larghezza massima 314 (a 159 dall'estremità inferiore); diametro della rosetta superiore 44; diametro delle rosette inferiori 50; lunghezza attuale del manico 235; larghezza del manico 82-96; lunghezza del cavigliere 295; larghezza del ponticello 14,2; altezza del ponticello 8; lunghezza vibrante delle corde 617.
Accordatura: abbiamo accennato alla possibilità che almeno la tavola provenisse da un arciliuto o da un tiorba con una tratta lunga tra i caviglieri. Di tale stato non ci sono più tracce. Ad uno stato successivo dello strumento appartiene il ponticello con fori per 10 ordini doppi e 1 cantino singolo. In questo stato il liuto non aveva ancora il manico attuale, più largo e anche più corto del manico che deve esserci stato quando fu applicato il ponticello. Sembra probabile che in questo stato lo strumento avesse due caviglieri, uno per 5 ordini doppi e il cantino tastabili, e uno per 5 ordini doppi di bordoni, combinabili con un manico più stretto. In questo stato il manico può avere avuto una lunghezza di 290 mm o più. In uno stato ulteriore fu raccorciato il manico per ragioni sconosciute, e fu aggiunto il cavigliere attuale, un cambiamento che può essere avvenuto nel secolo XVIII. Nello stato attuale la lunghezza della tavola (478) suggerisce che questo liuto sia tenore. È vero che la lunghezza vibrante attuale delle corde (617) potrebbe servire a un liuto contralto. Con il manico precedente si sarebbe raggiunta una lunghezza vibrante delle corde di 675 o più, il che corrisponderebbe a un liuto tenore, con un accordo sulla base di Mi1 - La1 - Re2 - Fa#2 - Si2 – Mi3. Restauro: questo liuto fu restaurato nel laboratorio di restauro di strumenti musicali del Germanisches Nationalmuseum, Norimberga, negli anni 1979-83. Bibliografia: Sembra probabile che tra i "quattro liuti" menzionati in queste tre pubblicazioni [del 1887, 1914, 1923, riportate in bibliografia] si trovasse anche questo strumento. |
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Riferimenti bibliografici |