Strumento | Carlo Palanca, Flauto traverso (1 chiave), Torino, circa 1750 | ||
Inventario | 2810 | ||
Rif. Catalogo van der Meer | n. 027 (=p. 42) | ||
Collocazione | Sala 8 | ||
Marchio sulla testata, sul pezzo superiore al di sopra del foro I, sul pezzo inferiore tra i fori IV e V, e sul piede sotto la chiave: CARLO / PALANCA.
Materiali: palissandro, avorio, argento. |
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In origine questo flauto era fatto in quattro pezzi, con rigonfiamenti intorno alle mortase, con anelli di avorio ai tre rigonfiamenti e all'uscita, e con anelli più stretti dello stesso materiale alle due estremità del pezzo superiore e all'estremità terminale del pezzo inferiore. Il tappo di avorio ha la semplice forma d'un coperchio montato su un tenone all'ingresso del tubo. La cameratura è conica rovescia con un piede quasi cilindrico.
Forse a causa di una spaccatura nella testata attraverso il foro d'imboccatura, il tubo intorno a quest'ultimo fu sostituito con un pezzo di tubo di avorio con un foro d'imboccatura molto più grande di quelli che si trovano nei flauti traversi del Palanca ancora esistenti. Le parti iniziale e terminale della testata, avanzi di quella originale, hanno tenoni filettati dal lato del nuovo pezzo di tubo d'avorio, mentre quest'ultimo ha mortase corrispondenti. La chiave (Mib) è fatta in un solo pezzo di argento. Il piattino è trapezoidale, si adatta al tondeggiare del tubo, e ha una guarnizione di cuoio. La paletta è a doppia ghianda. Il supporto è nel rigonfiamento del piede. La molla di ottone non è attaccata alla paletta. |
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Misure approssimative: lunghezza totale 601,5; lunghezza del tappo 11; lunghezza della parte iniziale della testata originale 35,5; lunghezza del tenone per il tappo 7,5; lunghezza del tenone dal lato del tubo d'avorio col foro d'imboccatura 5; lunghezza del tubo d'avorio aggiunto 29,5; lunghezza della parte terminale della testata originale 139,5; lunghezza del pezzo superiore 157,5, lunghezza del tenone superiore del pezzo superiore 27; lunghezza del tenone inferiore del pezzo superiore 22; lunghezza del pezzo inferiore 134,5; lunghezza del tenone del pezzo inferiore 17; lunghezza del piede 94; distanza tra il centro del foro d'imboccatura attuale e I 226,5, II 261, III 293,5, IV 354, V 387, VI 422, ch 482, l'uscita 545,3; diametro esterno della testata 28, del tenone per il tappo 23,8, del rigonfiamento della testata 33, del tenone superiore del pezzo superiore 22,2, del pezzo superiore 26,8-25,2; del tenone inferiore del pezzo superiore 20,1, del rigonfiamento del pezzo inferiore 30, del pezzo inferiore 25-24,2, del tenone del pezzo inferiore 18,5, del rigonfiamento del piede 32, del piede sotto il rigonfiamento 25-23; diametro della cameratura nel tenone superiore del pezzo superiore 19,2, nel tenone inferiore del pezzo superiore 15,2, nel tenone del pezzo inferiore 13,1, all'uscita 14; diametro del foro d'imboccatura attuale 10,5 x 7,8 (19,3); diametro I 7 (16,2), II 7 (15,9), III 6 (15,5), IV 6,2 (14,7), V 6,2 (14,4), VI 4,8 (14,1), ch 8 (14).
Fondamentale: attualmente Re3 con corista di La3 = circa 430 Hz. Non è ricostruibile il corista all’epoca in cui lo strumento aveva ancora il foro d'imboccatura originale. Si potrebbe ipotizzare che il corista fosse di La3 = circa 360 Hz, nel qual caso lo strumento dovrebbe essere considerato un flauto d'amore. Cenno biografico: Carlo Palanca nacque intorno al 1688, figlio di Lorenzo, a Palanca in Val Sesia. Fu assunto come suonatore di "bassa d'hautbois", cioè di fagotto, nella cappella reale di Torino nel 1719, dove conobbe l'oboista Alessandro Besozzi. Nel 1770 fu pensionato. Dettò il suo testamento il 19 gennaio 1783. Morì il 23 dicembre dello stesso anno. Fu attivo anche come costruttore di flauti dolci, flauti traversi a una chiave, oboi a due chiavi e fagotti a quattro chiavi. Si conoscono commissioni di flauti traversi e dolci del 1748 e del 1755 (per la cappella reale di Torino) e di oboi nel1773 (Lisbona). Quest'ultima commissione non fu eseguita con soddisfazione del committente, il che è spiegabile col fatto che il Palanca aveva allora già più di settant'anni (Bernardini 1985). |
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Riferimenti bibliografici |