Strumento   Pierre Erard, Arpa a pedali a movimento doppio, Londra, 1837 o poco dopo
Inventario   MCP39386
Rif. Catalogo van der Meer   n. 137 (=pp. 139-140)
Collocazione   MdM
Firma incisa in una lastra di ottone sul lato sinistro del modiglione (visto da chi suona): blasone d'Inghilterra / Sébastien Erard's / Patent N 4218 / 18 Great Marlborough Street LONDON. Firma incisa in una lastra di ottone sul lato destro del modiglione (visto da chi suona): Sebastien Erard, / MAKER / By Special Appointment / to her Majesty and the / ROYAL FAMILY. Stampata nelle ghirlande sul capitello: S. ERARD / PUBLISH / APRIL 1 / 1811.
Materiali: acero, noce, faggio, legno d'albero da frutta, forse altri legni duri non riconoscibili a causa della copertura, conifera, osso, ottone, acciaio, stucco.
Lo strumento ha le decorazioni di un'arpa stile Impero ("harpe grecque"). La cassa, probabilmente di acero, ha una sezione semicircolare. Consta di due parti laterali, collegate da lastre che lasciano aperte cinque aperture rettangolari sul retro della cassa. Con ogni probabilità erano previsti in origine cinque battenti nelle aperture, che potevano essere aperti per rinforzare il suono, ma che non furono mai applicati. Esternamente i lati della cassa e i collegamenti tra questi sono verniciati giallo chiaro con bordi dorati. Su entrambi i bordi laterali c'è un listello di noce. Sui quattro collegamenti tra le aperture c'è un ponte piuttosto spesso di legno. Lo zocchetto è di acero.
La tavola è di conifera con fibre trasversali. Esternamente la tavola porta in senso longitudinale un ponticello-listello d'attacco di legno dorato, internamente un controponticello di faggio. Ponticello e controponticello hanno 43 perforazioni per i bottoncini fermacorde. Sopra ognuna delle perforazioni nel ponticello-listello d'attacco è inserito un pezzo circolare di osso per evitare danni causati al ponticello dalla tensione delle corde. Nei due angoli, dove la cassa raggiunge la tavola, c'è una controfascia di conifera. Internamente la tavola porta da entrambi i lati del controponticello una catena longitudinale di conifera.
Nel ponticello erano infissi i bottoncini fermacorde, ora mancanti.
La colonna di acero è diritta, in linea di principio con una sezione rotonda. La parte inferiore ha la sagoma d'un tronco di cono con foglie d'acanto in stucco applicate. La parte centrale ha scannellature, delimitate di sotto e di sopra da un fregio di otto fiori a otto petali in stucco. Anche il capitello ha decorazioni in stucco, dal basso in alto: 1) ghirlanda, figura femminile, ghirlanda, figura femminile, ghirlanda, figura femminile, ghirlanda (le figure femminili sono in parte danneggiate; nelle ghirlande è stampata la dicitura menzionata sopra); 2) un fregio con lira, 2 geni, lira, 2 geni, lira (i geni sono alati e tengono una tromba diritta; sotto ognuno dei tre gruppi di geni alati c'è una lira); 3) la mensola decorata con foglie. La colonna intera è dorata.
Il modiglione di acero è decorato come la cassa. Ai lati del modiglione sono attaccate le due lastre di ottone con le iscrizioni menzionate sopra; le lastre abbracciano la meccanica. 43 caviglie di acciaio attraversano il modiglione.
Ciascuna delle corde passa sopra un bottone di ottone, che serve da capotasto, montato su una cornicetta della stessa lega regolabile con due viti, poi tra i perni delle rotelle superiori e infine tra quelli delle rotelle inferiori. Come di solito nel sistema a doppio movimento dell'Erard, la rotella inferiore è collegata a quella superiore con due lastrine di acciaio e una leva corta di ottone. Solo la corda più alta non ha rotelle; quindi questa corda non può essere raccorciata, e il suo suono non può essere rialzato d'un semitono o d'un tono.
Il piede consta d'un fondo e di fasce di legno d'albero da frutta, d'un coperchio di faggio e di quattro piedini dello stesso legno. Anche il piede ha decorazioni in stucco dorato. Sul coperchio c'è da ambedue i lati della colonna un genio alato suonante la lira. Sulle fasce c'è una testa classicheggiante, sopra entrambi i piedini anteriori c'è una sfinge alata (quella a destra è danneggiata), sopra ambedue i piedini posteriori c'è una granfia di leone. Nelle fasce del piede ci sono sette pedali di ottone, disposti da sinistra a destra: Re - Do - Si / Mi - Fa -Sol - La. Le aperture per i pedali sono a doppio scalino. Nel mezzo, tra i pedali per Si e Mi, c'è un'apertura a uno scalino, tagliata probabilmente per un ottavo pedale, con cui sarebbe stato possibile aprire i battenti nelle aperture della cassa. Né i battenti né il pedale per aprirli furono mai applicati.
Misure: lunghezza della cassa 1220; lunghezza totale lungo la cassa 1335; distanza approssimativa tra l'estremità superiore della cassa e ponte 1: 235, ponte 2: 435, ponte 3: 545, ponte 4: 865; larghezza della cassa 85 (di sopra) - 350; profondità della cassa 67 (di sopra) - 215; lunghezza della colonna 1590; lunghezza lungo la colonna col piede 1700; lunghezza del modiglione 865; larghezza del piede 380; profondità del piede 335; altezza del piede 110; lunghezza vibrante approssimativa delle corde: Mib0 1485, Dob1 1310, Dob2 1030, Dob3 600, Dob4 345, Dob5 210, Dob6 105, Mib6 90.
Accordatura: le 43 corde sono da accordare diatonicamente in Dob maggiore da Mib0 a Mib6.
Cenno biografico: Il fondatore della casa Erard fu l'alsaziano Sébastien Erard (1752-1831). Nato a Strasburgo, venne a Parigi nel 1768, dove lavorò per la duchessa de Villeroy. Nel 1777 produsse il suo primo pianoforte rettangolare con una Stossmechanik semplice, e nel 1779 fece uno strumento combinatorio tra cembalo e pianoforte ("clavecin mécanique").
Nel 1780 Sébastien Erard fece venire a Parigi il fratello maggiore Jean-Baptiste Erard (1745-1826) e installò la bottega in due stabili nella rue du Mail (nn. 13 e 21). A proposito dell'invidia dei ventaglisti, alla cui corporazione appartenevano i costruttori di strumenti musicali, Erard ottenne da Luigi XVI personalmente il permesso di costruire strumenti musicali senza appartenere alla corporazione (1785). Due anni dopo costruì per Maria Antonietta un pianoforte traspositore con una tastiera spostabile, con cui era possibile alzare e abbassare il diapason d'un semitono, d'un tono e d'una terza minore.
In questa epoca Erard incominciò a interessarsi anche di arpe e fece le sue prime arpe con alcuni miglioramenti, ma sempre con pedali a movimento semplice. Questa prima produzione di arpe non ebbe successo, per varie ragioni. Una delle ragioni fu che Sébastien Erard, monarchico, scappò a Londra, quando scoppiò la rivoluzione francese, e nel 1792 vi fondò uno stabilimento in Great Marlborough Street 18. Frattanto Jean-Baptiste tutelava gli affari a Parigi.
Sébastien poté tornare a Parigi nel 1796 dopo l'assassinio di Robespierre, ma poco dopo fu di nuovo a Londra, dove incominciò a costruire pianoforti a coda con scappamento semplice secondo il sistema inglese con alcuni miglioramenti. All'inizio del secolo XIX tali pianoforti avevano un ambito di cinque ottave e mezza (Fa0 - Do6). Uno strumento con tale ambito fu il pianoforte a coda che nel 1803 Sébastien Erard presentò a Beethoven a Vienna, il quale da quel momento (1803-1809) compose opere per pianoforte con l'ambito di cinque ottave e mezza, a incominciare dalla sonata Waldstein, op. 53.
Già a proposito dei suoi esperimenti per migliorare l'arpa a pedali a movimento semplice negli anni 1780 Sébastien Erard aveva fatto un'invenzione che avrebbe rivoluzionato l'arpa a pedali: per raccorciare le corde aveva sostituito gli antichi uncini con forcelle rotatorie, con rotelle con due perni infissi. Come s'è già detto, Erard non potette sfruttare subito la nuova invenzione. Però, nel 1794 a Londra incominciò a produrre delle arpe con forcelle rotatorie, e le introdusse a Parigi, insieme ai nuovi pianoforti a coda.
Dal 1808 al 1815 Sébastien Erard si trova di nuovo a Londra a gestire lo stabilimento inglese, mentre Jean-Baptiste continua adirigere quello parigino. Jean-Baptiste ebbe un figlio, Pierre(-Orphée) (1794-1855), il quale nel 1814 raggiunse lo zio a Londra, e dopo la partenza di questi nel 1815 prese in mano la gestione dello stabilimento londinese.
Sébastien Erard continuò a occuparsi di miglioramenti sia nei pianoforti sia nelle arpe. Riguardo al pianoforte, fu brevettata nel 1808 la prima meccanica a doppio scappamento a staffa, che troviamo nel pianoforte del 1811 del Civico Museo Bibliografico Musicale. Fu brevettata poi l'invenzione delle agrafe di ottone che sostituiscono il ponticello sul somiere, quindi un nuovo sistema di doppio scappamento fu brevettato nel 1821, poi perfezionato sino al 1823. Questa meccanica a doppio scappamento è quella usata ancora oggi nei pianoforti a coda.
L'ambito dei pianoforti a coda di Erard aumentava con le esigenze del tempo: verso il 1808 raggiunse sei ottave (Fa0- Fa6), verso il 1818 sei ottave e mezzo (Do0 - Fa6). Già nel 1822 fu costruito un pianoforte a coda con sette ottave, ma sino alla morte di Sébastien Erard l'ambito normale rimaneva quello di sei ottave e mezzo. Negli anni 1823-24 Sébastien Erard sponsorizzò il giovane Franz Liszt a Parigi e a Londra. Nel 1824 furono costruiti i primi pianoforti verticali.
Quanto alle arpe, Sébastien Erard ideò dei miglioramenti anche per queste. Rinforzò il modiglione utilizzando una specie di legno compensato, e serrando poi il legno in due lastre di ottone, che abbracciavano anche la meccanica. Inoltre, diede alla cassa una sezione semicircolare, creando così una costruzione più forte di quella con doghe. Finalmente, nel 1810 ideò l'arpa a pedali a doppio movimento, in cui sono applicate a ogni corda due forcelle rotatorie, sicché essa può essere rialzata d'un semitono o d'un tono. Tale arpa a pedali a movimento doppio fornisce al suonatore la possibilità di suonare in qualsiasi tonalità. Sono possibili anche certi arpeggi in un contesto cromatico, arpeggi come si trovano nella maggior parte delle opere romantiche e postromantiche da Liszt e Wagner. Rimane impossibile suonare una semplice scala cromatica rapida con tale arpa. Le limitazioni dell'arpa a pedali alla musica diatonica fu il punto di partenza per la produzione (o della ripresa della produzione) di arpe cromatiche. Queste non ebbero nessun successo, e l'arpa d'uso normale sino ad oggi è l'arpa a pedali a movimento doppio ideata da Sébastien Erard.
Jean-Baptiste Erard morì nel 1826, Sébastien nel 1831. Pierre Erard gestì la ditta sino alla sua morte, nel 1855. Toccò a quest'ultimo ampliare l'ambito dell'arpa a pedali a movimento doppio. Nel 1835 l'ambito fu esteso a 46 note (Dob0 - Fab6) oppure 47 (Dob0 - Solb6). Anche la decorazione dell'arpa cambiò: lo stile Impero fu sostituito col neogotico ("harpe gothique").
Dopo la morte di Pierre Erard la sua vedova continuò a gestire la ditta, ma chiese l'aiuto di suo cognato Schaeffer per lo stabilimento parigino, di Bruzaud per quello londinese. Dopo la morte di Schaeffer nel 1873, la vedova si associò ad Amédée Blondel, il quale divenne direttore dello stabilimento parigino. La vedova Erard morì nel 1889, dopo di che lo stabilimento londinese fu chiuso nel 1890. Quello parigino divenne Biondel & Cie nel 1903, Guichard & Cie nel 1935. Nel 1959 la ditta fu acquistata da Gaveau.
Riferimenti bibliografici