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Nel 1878 nell’ambito di un generale ripensamento del valore e degli utilizzi dell’eredità di Giovanni Aldini e Luigi Valeriani il Comune di Bologna decide di interrompere l’esperienza del Gabinetto Aldini per riformare il sistema di istruzione professionale, accogliendo indirizzi e suggestioni provenienti dall’area francese.
Il riferimento concettuale era rappresentato dall’Ecole Diderot de la Villette di Parigi e si rendeva necessario per la continua richiesta di nuove professionalità al servizio di un’industria meccanica in pieno sviluppo.
La nuova scuola denominata Istituto Aldini Valeriani per le Arti e i Mestieri viene collocata nella chiesa sconsacrata di S. Lucia in via Castiglione e pratica una formazione triennale post elementare. Novità assoluta è l’affiancamento alle lezioni teoriche di lezioni pratiche nella scuola-officina, spazio laboratoriale organizzato per settori come una moderna officina produttiva.
I materiali che documentano questa fase sono, quindi, propri della produzione industriale: utensili, torni, fresatrici, banchi da lavoro, apparati da officina, attrezzature per la fusione e la forgiatura dei metalli, motori, spesso prodotti dalle principali aziende meccaniche del territorio (Calzoni, De Morsier, Minganti ) o autoprodotte nelle officine della scuola.
E’ in questa fase che si accredita l’Istituto Aldini Valeriani come la scuola del mondo produttivo locale. Tra i suoi diplomati si ritroveranno tecnici, imprenditori e progettisti che porteranno allo sviluppo del settore della motoristica e dell’automazione, quest’ultimo ancora oggi il principale distretto produttivo del territorio.