Nel secondo dopoguerra, dopo i primi difficili anni della ricostruzione, riprende la produzione motociclistica nazionale e ben presto Bologna si conferma come uno dei poli produttivi più dinamici d’Italia. Tra industria e artigianato, le imprese del motociclismo bolognese recepiscono le necessità del periodo, incentrando le loro proposte sulle piccole medie cilindrate, dimostrando una sorprendente vivacità produttiva e una grande cura sia tecnica, nella meccanica e nella ciclistica, sia estetica, nelle forme e nella livrea.

Delle 55 marche di motocicli finiti, solo alcune si avviano ad avere un assetto ed una organizzazione produttiva moderni, con significativi riscontri economici: la lombarda/bolognese MI-VAL, in città Ducati Moto Morini, la DEMM a Porretta Terme. Marche storiche prestigiose come C.M e M.M., con alti livelli qualitativi in tutte le lavorazioni, soffrono i mutamenti in corso e affrontano il declino. Altre sono agli inizi, destinate ad un futuro brillante, come Cimatti, Testi e Malanca.

Dal punto di vista delle competizioni, i Campionati Italiani e quello Mondiale, le gare nazionali e internazionali, così come quelle di gran fondo su strada, assurgono ad eventi sportivi per eccellenza, gli unici in grado di assicurare prestigio e notorietà. Nelle cilindrate da 125 a 250, primeggiano Ducati, Mondial, Moto Morini, aziende che possono permettersi gli elevati costi delle squadre corsa.

Negli anni Cinquanta non vi sono piloti bolognesi di rilievo, con una importante eccezione: Leopoldo Tartarini, indicato dalla stampa come “la grande promessa del motociclismo italiano”. Dopo una partecipazione alla Milano-Taranto nel 1952, 1° tra i side-car, nel 1953 corre con una Benelli 125 da lui preparata, dapprima il Motogiro, dov’è 1° assoluto, quindi la Milano-Taranto classificandosi 2°. Nel 1955 e 1956 è pilota ufficiale Ducati. Un rovinoso incidente lo induce ad abbandonare le corse. Ciò nonostante trova grande fama con il giro del mondo insieme a Giorgio Monetti, sulle Ducati 175, una straordinaria occasione promozionale per la Casa di Borgo Panigale.

Ma il decennio 1950-1960 è anche il periodo in cui assume grande importanza l’industria automobilistica, con prodotti il cui costo è ormai accessibile, avviata ad una inarrestabile crescita nel mercato dei mezzi destinati alla mobilità della popolazione.

In mostra i importanti marchi del decennio; filmati provenienti dall’Istituto Luce e immagini d'epoca completano il percorso espositivo tra produzione e agonismo.

A corredo della mostra: pannelli, didascalie e la possibilità di farsi accompagnare nella visita dalla app Museon, disponibile per Android e Iphone, con ulteriori contenuti multimediali e iconografici.

 

Dal 16 ottobre 2021 al 16 ottobre 2022 negli orari di apertura del Museo.