Certosa di Bologna - Chiostro VII (Clicca sull'immagine per visualizzarla a tutto schermo)
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Il cimitero della Certosa di Bologna venne fondato nel 1801 riutilizzando le strutture del convento certosino edificato a partire dal 1334 e soppresso nel 1796. La chiesa di san Girolamo è testimonianza intatta della ricchezza perduta del convento. Alle pareti spicca il grande ciclo di dipinti dedicati alla vita di Cristo, realizzato dai principali pittori bolognesi della metà del XVII secolo. Fulcro del cimitero è il Chiostro Terzo, riflesso fedele della cultura neoclassica locale dove, alle iniziali tombe dipinte, si sostituirono poi opere in stucco e scagliola e - a partire dalla metà dell'Ottocento - in marmo e bronzo. Il complesso nel corso dei secoli è il risultato di una articolata stratificazione di logge, chiostri ed edifici che vanno dal XV secolo ad oggi, che man mano assumono caratteri di progressiva ampiezza e monumentalità. All'interno si conserva un vastissimo patrimonio di pitture e sculture realizzate da quasi tutti gli artisti bolognesi attivi nel XIX e XX secolo, testimonianza delle complesse vicende artistiche, storiche e intellettuali di Bologna, cui si sono aggiunte in anni recenti alcuni interventi di artisti contemporanei. Notevoli le presenze artistiche ottocentesche 'forestiere', vero banco di confronto e stimolo per gli artisti locali.
Nel cimitero sono ospitate alcune figure importanti per la storia locale e nazionale, tra cui lo statista Marco Minghetti; i pittori Giorgio Morandi e Bruno Saetti; il premio Nobel per la letteratura Giosue Carducci e lo scrittore Riccardo Bacchelli; il cantante d'opera Carlo Broschi detto Farinelli, il compositore Ottorino Respighi e il cantante Lucio Dalla; il generale Giuseppe Grabinski e il primo ministro Taddeo Matuszevic, polacchi; i fondatori delle aziende Maserati, Ducati e Weber e della casa editrice Zanichelli. La Certosa è stata per tutto l'Ottocento meta privilegiata del visitatore a Bologna. Lord Byron, Jules Janin, Charles Dickens e Theodor Mommsen hanno lasciato traccia scritta della loro passeggiata nel cimitero.
Dal 2021 la Certosa di Bologna è Patrimonio dell'Umanità UNESCO nell'ambito del progetto "Portici di Bologna".
Del vastissimo patrimonio conservato nel complesso è stata realizzata una campagna fotografica di tutti le memorie di valore storico - artistico. Di oltre 6000 manufatti è stata eseguita anche una schedatura inventariale. Il sito della Certosa offre una esaustiva selezione dei monumenti conservati, schede biografiche degli artisti, dei sepolti e moltissimi approfondimenti tematici e ricostruzioni virtuali. L'area monumentale della Certosa copre un'area di oltre nove ettari, in cui sono disposti migliaia di manufatti di ogni dimensione e qualità: dalla semplice lapide con epigrafe alla grande cappella gentilizia. Nei depositi del Museo del Risorgimento sono conservati diversi documenti, fondi fotografici, sculture e bozzetti relativi al cimitero. L'istituto conserva anche un significativo patrimonio bibliografico relativo alla scultura otto-novecentesca e alla storia dei cimiteri europei, consultabile in Biblioteca. Presso l'Archivio storico del Comune di Bologna (via Tartini 1 Bologna, 051 500401 asc@comune.bologna.it) è confluito parte consistente dei documenti archivistici ottocenteschi e di inizio novecento della Certosa. Presso l'Archivio della Certosa (via della Certosa 18, tel. 051 6150812 / 13 / 14) sono conservati i “Fogli sepolcrali” di tutte le tombe e i “permessi di seppellimento” dal 1900 a oggi.