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Sezione dedicata alla storia della Fornace Galotti, sede del Museo, e alla produzione industriale dei laterizi iniziata nella seconda metà dell'Ottocento con l’introduzione dei forni Hoffmann a ciclo continuo.
Nel portico di accesso sono disposti degli stampi in gesso risalenti ai primi decenni del Novecento, provenienti dalla Società Laterizi di Imola, ed i manufatti ornamentali in terracotta grazie ad essi realizzati: elementi decorativi o strutturali per edifici; coppi, tegole e comignoli per tetti e coperti; vasi e olle anche di grandi dimensioni. Alcune immagini fotografiche di edifici e palazzi signorili di Bologna e Imola testimoniano il largo impiego, in passato, di questi prodotti ornamentali in cotto.
La Fornace Galotti Battiferro iniziò la produzione nel 1887 in un'area, lungo il Navile, ricca di argilla di ottima qualità. L'impianto era dotato di forno Hoffmann a 16 camere al cui progetto originario il titolare, Celeste Galotti apportò alcune modifiche innovative: bocchettoni del fumo posti sulle pareti esterne, una conformazione della volta particolarmente adatta alla cottura delle tegole piane; utilizzo della carta paglia in luogo dei pesanti divisori in ferro tra una camera di cottura e l'altra. Vi erano occupati per tutto l'anno 250 operai. L’attività si concluse nel 1966.
Negli anni 1980 il Comune di Bologna acquisì dalla ditta Galotti l’edificio e i terreni circostanti, operando quindi un complesso intervento di conservazione – limitatamente al forno – e ristrutturazione. Una parte del complesso ospita dal 1997 il Museo del Patrimonio Industriale.
I particolari costruttivi della galleria ad anello del forno, l’accesso alla camera del fumo, gli allestimenti con plastici e apparati esplicativi in video e su pannelli permettono al visitatore di comprendere l’originario utilizzo degli spazi all’interno della fornace e le diverse fasi della lavorazione, dall’estrazione della materia prima alla cottura dei prodotti.