I Musei Civici d' Arte Antica di Bologna realizzano dal 17 dicembre prossimo - presso la Sala Urbana delle Collezioni Comunali d' Arte in Palazzo Comunale - una rassegna espositiva volta a divulgare e ad approfondire l' attività di Giorgio Kienerk (1869-1948), noto pittore, scultore e grafico toscano. A partire dal 1970, anno della prima retrospettiva dedicatagli presso l' Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, il nome di Kienerk ha progressivamente acquisito un peso nazionale attraverso la presenza della sua opera in differenti mostre collettive, fino alla personale tenuta a Pavia nel 1997, e grazie ai fondamentali contributi di Piero Pacini, dedicato alla grafica, (1989) e di Eugenia Querci (2001), con la monografia pubblicata dall' editore Allemandi. Attraverso tale percorso è stato possibile svelare la personalità di questo poliedrico artista, singolarmente attraente per le diverse e complesse esperienze che ha attraversato: l' esordio come scultore sotto Adriano Cecioni, la formazione pittorica naturalista con Telemaco Signorini, i sintetici esperimenti grafici Art Nouveau, le intense opere simboliste attorno al Novecento, la direzione per oltre trent' anni della Civica Scuola di Pittura di Pavia. La mostra presso le Collezioni Comunali d' Arte indaga con particolare attenzione la relazione tra Kienerk e l' ambiente artistico bolognese imperniandosi su due opere particolarmente importanti appartenenti al patrimonio Comunale, L' Anguilla e il Monumento alla famiglia Comi. Ambedue in marmo, sono conservate rispettivamente presso le Collezioni Comunali e il Cimitero Monumentale della Certosa. Viene ricostruita la ripetuta partecipazione dell' artista, in qualità di scultore e pittore, a quattro edizioni del concorso "Cincinnato Baruzzi" (1889, 1890, 1892, 1896), focalizzando il contributo grafico fornito dall' artista, più o meno negli stessi anni, a riviste come "Fiammetta" e "Italia Ride", edite rispettivamente dalla casa editrice Zanichelli e dai Poligrafici del Resto del Carlino. Il percorso critico analizza l' esecuzione, tra il 1896 e il 1898, dell' importante monumento Comi, arricchito di sculture e rilievi di gusto naturalista con reminiscenze classiche, il tutto inquadrato in un percorso ideale di gusto simbolista. Gli studi effettuati per la mostra hanno inoltre messo in risalto alcuni aspetti degli scambi culturali fra Bologna e Firenze sia attraverso la presenza di Giosue Carducci, ma anche di artisti come Adriano Cecioni e Telemaco Signorini, letterati come Roberto Pio Gatteschi e Isidoro del Lungo, l' artista e storico dell' arte Igino Benvenuto Supino, divenuto titolare della cattedra di Storia dell' Arte, presso l' Università di Bologna all' inizio del nuovo secolo.