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Samantabhadra

Samantabhadra

Informazioni aggiuntive

La rappresentazione di Samantabhadra inserita nella collezione del Museo Indiano grazie all'acquisizione della raccolta Pellegrinelli, risulta essere uno degli esemplari di maggior valore tra le numerose statue buddhiste accolte nelle stanze del Museo. Eiko Kondo, che curò la prima scheda di catalogazione associata alla statua, la considerò prodotta nel XVII secolo in ambito cinese, aspetto che conferma l'importanza della raffigurazione, riconoscibile per l'elefante a sei zanne su cui è assiso il bodhisattva. Infatti, sebbene sia una figura meno nota in Occidente, Samantabhadra ha un ruolo di rilievo per la grande parte dei lignaggi buddhisti, tanto da essere considerato l'Adi-Buddha (il Buddha primordiale), sia secondo la scuola Nyingma del budddhismo tibetano, sia secondo lo Dzogchen, sentiero di realizzazione spirituale sviluppatosi nella stessa area geografica. Nelle correnti Mahayana, invece, Samantabhadra compare insieme a Manjushri accanto al Buddha storico. Oltre all'importante significato simbolico, la delicatezza dell'esecuzione e lo stato di conservazione decisamente buono, stanno a indicare il valore della statua, superiore rispetto ad altri esemplari della stessa raccolta, giunta in Museo nel 1908. La mancanza di omogeneità dei materiali Pellegrinelli, tra cui si trovano manufatti di pregio, come il nostro Samantabhadra, e statue di significato e valore molto inferiore, parrebbe indicare che la raccolta, piuttosto che essere stata compiuta con consapevolezza, sia il frutto di un interesse maturato in circostanze particolarmente favorevoli per l'acquisizione di oggetti difficilmente reperibili in altre collezioni italiane.

Provenienza: Cina
Datazione: fine XVII secolo
Materiale: metallo
Dimensione: H. cm. 60; la. cm. 35
Numero di inventario: N. 3238

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